martedì 14 giugno 2011

Silenzio e Omertà

Osservare gli eventi, con occhi distratti, rumoreggiare con la bocca, osservando solo le parole. Sono atteggiamenti superficiali, meglio stare in silenzio. Lo insegnano molte scuole esoteriche. È la più alta forma di disciplina iniziatica che esista, stare in silenzio significa, ascoltare se stessi, non le parole di altri, non quelle proprie, non capire quello che gli occhi vedono, ma tendere l'attenzione all'Io profondo, ognuno di noi ce l'ha è la parte più vera che abbiamo. L'ascolto del proprio se' è il più importante esercizio che può essere insegnato in una scuola di meditazione. Quando cominci a percepirlo, perchè non è una fede da credere, è qualcosa di reale che accade, come l'innamoramento, la rabbia, la serenità, cose che non si vedono, ma che si provano a livello fisico e psicologico. Qualcuno la chiama meditazione, qualcun'altro la associa alla ginnastica yoga, va bene tutto, anche un sacchetto di pop corn, purchè siamo lì presenti, con noi stessi, ascoltando tutto ciò che ci accade dentro, i pensieri che passano veloci per la testa, il rumore del nostro respiro, il nostro intestino, se lo ascoltate attentamente parla più del cervello, ed il cuore. A me capita spesso di ascoltare i battiti del cuore, nella notte, oppure di giorno è un suono sordo, un ritmo, sarò mica ammattito? Forse sì, oppure forse i matti siete solo voi.
L'omertà invece è sempre assimilabile alla brutta copia del silenzio sopracitato, appartiene al malcostume, tutto umano, che obbliga con la paura al silenzio, quindi non una scelta, ma una scelta forzata per debolezza. Una banale questione di carattere, un atteggiamento molto animale e poco spirituale. In natura la sopravvivenza è garantita da chi riesce a mettere in mostra le zanne, o i muscoli, il resto cade in secondo piano, ma noi non siamo animali, o si?
E' un silenzio meschino, non adatto ad un percorso iniziatico. Chi sceglie la luce come percorso non si può permettere zone d'ombra. Inoltre tale comportamento si estende a macchia d'olio ed è molto condiviso nei gruppetti. I gruppetti citati hanno anche caratteristiche di parentela trasversale o di conoscenza intima che è il collante preferito da chi sà come gestire le persone. Una persona di cui si conosce poco è per natura difficilmente ricattabile, diversamente chi ha condiviso anche il letto, possiede dei dati emozionali importanti che serviranno nel gruppetto ad auto stimolarsi. Come si può notare siamo nuovamente, ma forse non l'abbiamo mai lasciata, nella sfera animale che promuove il branco. Il branco è forte è in grado di sottomettere tutto, forse, il branco però spesso non è a conoscenza della forza intima dell'individuo libero dai fardelli di aggregazione, o dagli eggregori se volete, ma egli conosce invece l'intima paura ed il disagio degli individui di un branco che si va via via sfaldando. Il vecchio leone ruggisce con voce rauca, con gli occhi pieni di umori, solo la sua forma è imponente, ma è un povero animale stanco.

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