mercoledì 3 agosto 2011

Paese che vai, senso civico che trovi!

Paese che vai, senso civico che trovi, certo Vistrorio è un paesello a due minuti da Vidracco, non hanno linee spirituali da seguire come quei fortunati di Vidracco che hanno la comunità più spirituale del pianeta, sono persone semplici, si c'è un gruppo di persone ma vivono in mezzo ad un bosco nella periferia. Però tutto sommato, mi pare che se la cavino benino. Ecco una documentazione di ciò che fa' la differenza:

Ogni opera d'arte appesa ai muri è corredata
da quella curiosa etichetta che ti dice anche chi l'ha
fatta, curioso vero?

Auto regolarmente parcheggiate! E sopra di esse
appese ai muri altre opere con le etichette!
Ma quello che mi stupisce è che queste opere
arricchiscono sia l'edificio, che la piazza.
"Secondo me la vicinanza coi damanhur ha
influenzato anche questo paesello!"

Fa la sua figura o no?!

E' così ordinato che sono a disagio!
Questi scorci di vedute, assolutamente non ritoccate, potete osservarle a Vistrorio, che come vi dicevo è a due minuti da Vidracco. Ho voluto creare questo post per evidenziare le differenze tra vari comuni per quanto concerne il senso civico, che niente ha a che vedere con la spiritualità, esattamente come la pulizia, l'ordine, l'educazione ed un pizzico di buon gusto.
ILoveLucy

CARTA ETICA DELLE AZIENDE!


  1. Siamo una Azienda unica. Collaborazione sinergica e solidale. Aiuto reciproco.
  2. I rapporti tra di noi sono chiari e trasparenti regolati da accordi sanciti per iscritto.
  3. Preghiera del Lavoro e contribuzione alla Cassa Comune.
  4. Siamo biglietto da visita reciproco, lealtà ed onestà come punti da far emergere con le realtà con le quali veniamo in contatto.
  5. Dedichiamo tempo ed energia al nostro lavoro al fine di ottenere un risultato tangibile.
  6. Lavoriamo tutti per il fine comune Damanhur, siamo imprenditori di noi stessi e ci assumiamo le responsabilità delle nostre azioni.
  7. Ricerca costante di qualità e professionalità.
  8. Essere in regola per evitare pericoli legali e fiscali.
  9. Prodotti e servizi in linea con il pensiero di Damanhur privilegiando prodotti e aziende interne.

Le perplessità punto per punto!

Al primo posto metterei il titolo “Carta Etica delle aziende”, già il titolo è discriminante e generalizzante in quanto mette in evidenza delle entità giuridiche, cioè le aziende e non le persone che ci lavorano. Anche le parole “Carta etica” è fuori dal contesto delle azioni che vi si propongono. E' come se dicessi che solo quella carta è etica il resto poi vediamo. Potevano chiamarla in moltissimi altri modi, evidentemente l'intenzione nel pensiero dei curatori era appunto di creare uno specchietto per le allodole.
Al punto uno: Questo proponimento dovrebbe rientrare nelle mansioni del Responsabile Legale di tutta la struttura, come obbiettivo di crescita economica per il sostentamento e la valorizzazione della proprietà.
Al punto due: Anche questa condizione appartiene alla mansione di cui è investito il Responsabile Legale. Questo caotico modo di interagire, non responsabilizza le persone nello svolgimento delle proprie mansioni e sembra quasi suggerire che se non ci arriva chi è pagato per farlo, facciamolo noi. Che può essere un pensiero nobile ma poi c'è il conflitto delle responsabilità!
Al punto tre: Ecco qui cominciamo a superare i confini tra un sistema economico ed un sistema religioso monastico dove “Ora et Labora” divengono due necessità inscindibili. Tuttavia bisognerebbe sapere se le eventuali aziende non della comunità sono disponibili a questa curiosa tradizione monastica. Un riflesso cattolico, si cerca di fuggire da un sistema  ecclesiastico per poi riproporlo con nomi diversi.
Al punto quattro: Questo punto tradisce la filosofia della comunità, perchè sottolinea l'aspetto furbesco dei rapporti all'interno della struttura e fuori. Non c'è necessità di dichiarare atteggiamenti corretti, quando questi dovrebbero essere già integrati perchè facenti parte appunto della filosofia principale della comunità. Tono discriminante e vago è la parola “realtà” come cose non ben identificate, forse si riferiscono ai clienti, ma non ne sono sicuro.
Al punto cinque: Ancora una frase fatta senza alcuna indicazione di risultato ricercato o pensato o programmato, nel vago si sa, tutto funziona. Si giustifica l'errore e si moltiplicano i successi anche quelli marginali.
Al punto sei: Dopo tutte queste raccomandazioni che assomigliano ad una sorta di bon ton da comunità spirituale, si passa ai veri motivi dell'elencazione dei punti precedenti, cioè noi lavoriamo per noi, quindi non siamo vincolati dal pensiero delle “realtà” che ci visitano e ci assumiamo le nostre responsabilità. E' una specie di dichiarazione di guerra, più che di una benevola intenzione. Salvo per le responsabilità vere, quindi legali, ed economiche, che a vari titoli sono distribuite sui legali titolari delle aziende.
Al punto sette: non si salva neanche questo punto, la professionalità è parte integrante di ogni attività e del desiderio di crescita dell'individuo, non appartiene all'etica.
Al punto otto: No comment!
Al punto nove: Anche in questo caso si privilegia contenere il pensiero all'interno della comunità, non si ha la percezione di un luogo aperto al pubblico, un luogo che a ricevuto i permessi dal comune per diventare l'area di sviluppo artigianale e commerciale di Vidracco e non dei damanhur. Quindi ha tolto possibilità di affitto locali per attività simili ai residenti, ed ha spostato il centro del paese in periferia.
Ad un occhio disattento potrebbe anche somigliare ad una sorta di incitamento da tecnica marketing, vedete voi come collocarlo.
ILoveLucy