mercoledì 10 agosto 2011

I parassiti del 5 per mille

RAPPORTO:
L’Associazione Cercatori d’oro. I sedicenti Cavalieri templari. I cultori del rito di Misraim. Sono solo alcune delle più incredibili Onlus che si spartiscono la torta dei denari pubblici. Sottraendo fondi a chi fa vera solidarietà.

Io ti creo, e io ti distruggo. Avrà pensato questo il ministro dell’economia Giulio Tremonti quando ha massacrato il 5 per mille, una delle sue più riuscite invenzioni, dissanguandolo con il taglio dei fondi da 400 a 100 milioni di euro. Eppure nei suoi cinque anni di vita, il meccanismo creato per rimpiazzare i soldi pubblici per il sociale con quelli provenienti dalle tasche dei contribuenti era stato apprezzato dal mondo del volontariato. Nonostante i suoi evidenti limiti: in assenza di una legge, naturalmente si è scatenato il Far West. Con tanto di assalto alla diligenza. Un mucchio selvaggio di associazioni che saranno anche non profit, ma che di socialmente utile fanno ben poco, hanno ingrossato gli elenchi tenuti dalla Agenzia delle entrate. Cosa che se in tempi di vacche grasse già era un problema, ora che sono anoressiche è diventata intollerabile. Il fatto è che i confini di ciò che lo Stato italiano considera di “utilità sociale” sono evidentemente vasti, e spesso piuttosto fantasiosi.
A volte l’utilità sociale c’è, ma gode di un “doppio fondo”: le regioni, ad esempio, i soldi li prendono dalle tasse dei cittadini, ma attingono comunque al 5 per mille dal canale della ricerca sanitaria. I comuni, che attraverso le pro loco fanno man bassa. E poi le associazioni di protezione civile, che già godono dei fondi provenienti dalla protezione civile nazionale. Altre volte, invece, l’utilità sociale è decisamente questione di punti di vista. Così sulle liste del 5 per mille, fra le infinite associazioni che si prendono cura degli amici a quattro zampe – cani, gatti, cavalli – ne trovi una d’importazione che i randagi vuole castrarli, così come fanno a Bucarest: Lamento Rumeno. Il loro sogno è attrezzare un piccolo camper a mo’ di clinica mobile, in cui sterilizzare le povere bestie per sconfiggere il randagismo. E un’altra che invece gli animali li prende in considerazione solo quando ormai non esistono più (Associazione per lo studio degli animali estinti). Non è ancora del tutto estinto, a quanto pare, l’esperanto – il fallito esperimento di lingua artificiale – tanto che dalla Esperanto Radikala Asocio partono strali contro “l’oppressione linguistica” dell’inglese: «Follia del Ventunesimo secolo, fenomeno divenuto ormai religioso».
Un po’ rétro lo sono anche a Biella, dove non solo esistono ancora cercatori d’oro, ma si son riuniti in un’apposita associazione. E come loro cercano pepite, in Sicilia si aggirano uomini armati di registratore che passano al setaccio i suoni del territorio, per catalogarli e salvaguardarli (è il Sicilian Soundscape Research Project). Sembrano, insomma, i personaggi di una commedia all’italiana – come quella tutelata da un apposito centro studi del comune livornese di Rosignano Marittimo.
Altri, invece, paiono fuoriusciti da un libro di Dan Brown, in un profluvio di scudi, spade, compassi e grembiuli: le pagine del 5 per mille raccontano infatti numerose storie di cavalieri templari e fratelli massoni. C’è l’Ordo templi hierosolymitani equites templares (cioè ordine dei templari di Gerusalemme), a fianco dei Cavalieri templari onlus, e alla Milizia del tempio – ordine poveri cavalieri di Cristo. C’è il Gran priorato dei Santi apostoli e il Priorato di San Martino.
Da una parte ci sono gli Amici del sovrano militare ordine di Malta – delegazione di Venezia onlus, dall’altra la Knights of Malta Osj foundation. Infine, oltre alla scuola esoterica della Associazione archeosofica, troviamo Stupor mundi, seziona barese dell’Accademia dei filaleti. Il presidente dell’Accademia, Giancarlo Seri, è Gran ierofante dei riti egizi della massoneria, e in un filmato su YouTube spiega: «Il mio ruolo all’interno del Grande Oriente d’Italia è sovrintendere i lavori dell’antico e primitivo rito di Memphis e Misraïm».
Il 5 per mille oltre a essere esoterico, tocca punte di misticismo New Age. Folte le schiere di guru, santoni, e predicatori di dottrine varie che poco o niente hanno a che vedere con le grandi religioni. Partiamo dalla Fondazione l’Albero della Vita, al sedicesimo posto fra le onlus più premiate, con oltre un milione e mezzo di euro. L’organizzazione, che si propone a tutela dei diritti di bambini, adolescenti e donne in situazioni di disagio sociale, è presieduta dal napoletano Patrizio Paoletti (esiste anche l’Associazione Patrizio Paoletti onlus). Nel dizionarietto del Cesnur sui culti in Italia, il suo nome salta fuori alla pagina sui centri “El Are” per lo «sviluppo armonico dell’uomo», dove lo si scopre erede spirituale del guru armeno Gurdjeff. Secondo Paoletti, quindi, «non tutti hanno un’anima, solo chi riesce faticosamente a costruirla può aspirare al risveglio. Paoletti propone una «via delle perle di cristallo, fatta di piccoli insegnamenti che partono dal quotidiano e che, come nelle favole, aiutano a ritrovare la propria strada».
Decisamente New Age è l’approccio della comunità di Damanhur, l’autoproclamata “città-Stato” piemontese dove si scavano templi sotterranei e si sposa un politeismo spinto. Sia la loro sezione fiorentina, Damanhur Firenze, che l’Associazione di protezione civile Damanhur trovano spazio nelle liste. Insieme ad altri volontari di protezione civile, quelli del Nuovo Rinascimento di Scientology. Gli appassionati lettori di Ron Hubbard ce li ritroviamo in fila per il 5 per mille anche con i quattro centri Narconon per la disintossicazione, e col Comitato dei cittadini per i diritti umani. Pure il Movimento umanista, che segue il verbo dell’argentino Silo, può vantare una nutrita presenza: l’associazione di volontariato La svolta umanista, la Dimensione umanista onlus, e Pangea per una nazione umana universale. Senza contare quelli del Movimento raeliano italiano, che si fanno portatori del messaggio di angeli alieni e nel frattempo predicano la clonazione dell’uomo. Passando per i devoti di culti indiani, come l’Associazione Amma (dal nome della donna dalla quale anche Dario Fo e Franca Rame fanno la fila per farsi abbracciare), e dall’Osho meditation center (ispirato all’omonimo fondatore). Per arrivare agli Hare Krishna, e tanti altri. Né basta a tranquillizzare, di fronte a tutto questo, neanche la consapevolezza di avere destinato il proprio 5 per mille a una organizzazione di (vera) utilità sociale. Non tutti i milioni vanno a finire direttamente nelle casse degli enti prescelti: il meccanismo infatti prevede una parte proporzionale da distribuire a pioggia a tutti quelli in elenco. E non si tratta di bruscolini.
I dati 2008, gli ultimi diffusi dal fisco, sono chiari: sui 415 milioni complessivi, 328 sono finiti direttamente alle onlus designate dal cittadino, e 87 sono stati divisi fra tutti i partecipanti. Una bella fetta (circa il 21 per cento) va quindi a chi non se l’è conquistato, motivo per cui far parte degli elenchi, comunque, conviene. Del resto, entrare nelle liste è tutt’altro che impossibile.
I controlli più rigidi sono quelli formali, cioè sulla correttezza dei documenti presentati, fatti dall’Agenzia dell’entrate. Ma se non si sbaglia a segnare il codice fiscale o l’indirizzo dell’associazione, il più è fatto. Sui controlli di merito, invece, ecco che si moltiplicano le competenze. Al fisco spettano quelli sulle onlus, ai ministeri quelli sugli enti di ricerca scientifica e sanitaria, al Coni quelli sulle associazioni sportive dilettantistiche. E ad aumentare i dubbi c’è un altro indizio: i colori della politica partecipano al banchetto del 5 per mille. A partire da chi tutti i giorni spara contro Roma ladrona e gli sprechi del palazzo, il verde leghista. Negli elenchi si trova la Guardia nazionale padana, che tempo fa s’era messa in testa di organizzare su tutto il territorio del Nord le ronde padane, con tanto di uniforme. Oggi però, con Bossi al governo, la Guardia ha “deposto le armi” e, come si legge sul sito, dedica il tempo «alle popolazioni in pericolo, indipendentemente da razza, religione o credo politico». Duri e puri invece sono rimasti quelli dell’Associazione Nord autonomo, negli ultimi tempi trasformati in partito politico. Il loro programma non è che combaci esattamente con i valori della solidarietà sociale: vogliono il carcere duro («Le prigioni sono ormai alberghi»), i lavori forzati per i detenuti («Così possiamo ripulire Napoli»), e sono contro i clandestini («Rispediamoli a casa subito, così ci costano meno»).
Nelle liste del fisco, poi, ci sono tante “armi culturali” che servono ai politici per darsi battaglia. C’è la Fondazione ItalianiEuropei del pd Massimo D’Alema, la Fondazione Magna Carta dei forzisti Marcello Pera e Gaetano Quagliariello, e il Meeting Amicizia fra i popoli targato Comunione e liberazione. A queste bisogna aggiungere tutte le fondazioni che perpetrano il pensiero dei leader politici del passato, da quella Enrico Berlinguer a quella Alcide De Gasperi, passando per Sandro Pertini e Bettino Craxi (quest’ultima fondata e guidata dalla figlia Stefania). Passando dal Novecento all’Ottocento, prendono soldi anche l’Associazione marxista lucana, l’Associazione mazziniana e perfino gli irredentisti della Lega nazionale Trieste. Anche la Chiesa non disdegna attingere al denaro pubblico. All’undicesimo posto fra le Onlus che dal 5 per mille escono con le tasche piene c’è l’Associazione world family of Radio Maria, che riceve oltre 2 milioni di euro per far funzionare una radio che serve a diffondere il messaggio evangelico. Per non parlare di una folta schiera di parrocchie, oratori, monasteri e diocesi. Neanche le imprese rinunciano alla possibilità del 5 per mille.
E lo fanno attraverso una miriade di fondazioni. Obiettivo primario, fare beneficenza vera (e allo stesso tempo nobilitare l’immagine del proprio marchio). Nel lungo elenco ci sono aziende di abbigliamento e di accessori (Ermenegildo Zegna, Diesel, Luxottica), sportive (Ducati, Milan), acciaierie e cementifici (Falck e Buzzi-Unicem). S’incontra, poi, l’interminabile sfilza di club che impiegano il 5 per mille per finanziare una passione. Ce n’è per tutti i gusti: i collezionisti possono donare alla Società numismatica italiana o al Centrostudi araldici, i radioamatori all’European radioamateurs association e alle miriadi di filiali locali, gli astrofili alle tante piccole associazioni regionali, tra cui ad esempio The planetary society – Sicily. Non si contano poi le bocciofile o i circoli degli scacchi (Associazione sportiva scacchistica in testa). Così come non sono poche le scelte per chi ama l’avventura: l’Associazione speleologi piemontesi, il Club alpinistico triestino, la Confederazione italiana campeggiatori, il Caravan camping club e la Federazione italiana amici della bicicletta. Ovviamente non poteva mancare la coppia più famosa nel campo degli hobby, caccia & pesca. Così il 5 per mille va a chi agli animali gli spara (Federazione della caccia, nazionale e sedi locali) ma anche a chi cerca di tutelarli (Lega abolizione della caccia). Meno fortunati i pesci, che non hanno nessun santo che li tuteli: i fondi vanno solamente alle numerose associazioni dei pescatori, e alla Federazione italiana della pesca sportiva. La rassegna di enti che usano i soldi degli italiani per l’utilità dei propri soci è lunga. Nel 2008 la Fondazione italiana per il notariato ha incassato quasi 800 mila euro, e 150 mila l’Associazione nazionale consulenti tributari. Vanno poi aggiunte tutte quelle organizzazioni che rappresentano i maestri di ballo, i fisioterapisti, gli informatici, i biotecnologi, i seniores d’azienda e via elencando. Senza dimenticare due simil- sindacati come il Movimento italiano casalinghe e il Comitato per i diritti civili delle prostitute.
C’è poi lo strano caso dell’Associazione nazionale italiana farmacisti: strano perché automaticamente si pensa all’ente di categoria, e invece si tratta della Nazionale di calcio degli speziali. Magari se la battono coi rivali dell’Associazione nazionale calcio medici onlus, che su Facebook vantano le simpatie dei senatori pidiellini Gentile e Quagliariello. Infine, le mille e più associazioni sportive dilettantistiche, tra cui spiccano soprattutto squadre di calcio, basket, pallavolo o rugby, e che spesso di sociale hanno ben poco. Addirittura negli elenchi si trova una società a responsabilità limitata: è l’Ac Isola Liri che gioca nel campionato di calcio Lega Pro di seconda divisione. Per non parlare dell’infinita lista delle Federazioni sportive, da quelle che rappresentano gli sport maggiori a quelle più sconosciute, come bocce, tennistavolo, dama e tamburello. Magari avranno pure bisogno di fondi, per sopravvivere. C’è un solo problema: se tutto è di utilità sociale, ma i soldi sono pochi, allora niente sarà di utilità sociale.

(L’Espresso, 9/12/2010) Fine
ILoveLucy

Selezionati i quattro finalisti del Premio Estense 2011

Come al solito la presunzione dei damanhur non si limita mai e così il libro Occulto Italia, descritto come segue, cito dal blog damanhur inside, che è una copia conforme dell'originale inglese damanhur insideout: 
Stambecco Pesco scrive:
Cara Morwen 07/06/2011 alle 18:55 cosa prema a Pitrelli e Del Vecchio, autori del trash-seller, non lo so. Io li ho pure incontrati, ma diciamo che non è stato un incontro di grande soddisfazione. 


Occulto Italia è tra i primi quattro libri che si contenderanno il Premio Estense 2011. Leggete il seguito:

A Bruno Vespa assegnato il Riconoscimento ‘Gianni Granzotto’. Sono “Fotti il potere” di Andrea Cangini con Francesco Cossiga (Aliberti editore), “Occulto Italia” di Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli (ed. BUR), “Il Vittorioso” di Vittorio Feltri con Stefano Lorenzotto (ed. Marsilio) e “Poteva andare peggio” di Mario Pirani (ed. Mondadori), i quattro libri finalisti del Premio Estense 2011 selezionati dalla Giuria tecnica composta dal presidente Gianni Riotta, Paolo Boldrini, Alberto Faustini, Aldo Forbice, Laura Laurenzi, Mauro Mazza, Giancarlo Mazzuca, Folco Quilici, Bianca Stancanelli, Pierluigi Visci.
[…] di Estense.com
I giurati hanno analizzato con attenzione i 38 libri concorrenti candidati alla finale (vedi elenco in allegato) e hanno selezionato i quattro che arriveranno alla cerimonia del prossimo 24 settembre 2011. I quattro libri selezionati, tra i quali sarà scelto il vincitore, in questi mesi saranno sottoposti al vaglio e alla lettura della giuria popolare composta da 40 cittadini ferraresi, che si affiancheranno alla giuria tecnica per assegnare congiuntamente l’Aquila d’Oro Estense nel corso della cerimonia in programma il prossimo 24 settembre 2011 al Teatro Comunale di Ferrara.
Il Premio Estense, promosso Unindustria Ferrara, nasce nel lontano 1965 per iniziativa dell’allora Presidente degli industriali ferraresi, Cavaliere del Lavoro dottor Giorgio Piacentini, che intendeva istituire un premio che rivelasse l’interesse degli imprenditori ferraresi per l’arte e la cultura, in linea con ciò che la città estense ha rappresentato nel Rinascimento.
Insieme alla quartina finalista oggi è stata annunciato il vincitore del Riconoscimento “Gianni Granzotto – Uno stile dell’informazione”. Il premio è stato assegnato a Bruno Vespa. Il Riconoscimento, consistente nella riproduzione della colubrina “La Regina” in argento, è giunto quest’anno alla 27^ edizione e viene consegnato da una Giuria presieduta dal Presidente di Unindustria Ferrara, Piero Puglioli e da sei industriali designati dall’Associazione. Anche il Granzotto, come l’Aquila d’oro, sarà consegnato al vincitore il prossimo 24 settembre durante la cerimonia del Premio Estense.

La quartina finalista del Premio Estense 2011

Andrea Cangini con Francesco Cossiga

Fotti il potere – Aliberti editore

Sapientemente indirizzato dal giornalista Andrea Cangini, il presidente Francesco Cossiga mette a nudo il potere e con esso l’uomo che lo incarna. Svela l’arcano, dice l’indicibile, strappa la maschera alla realtà con l’ironia e l’arguzia di chi ha cavalcato a testa alta lungo le strade impervie della Prima e della Seconda repubblica.
Aneddoti, riflessioni, rimandi storici, vere e proprie rivelazioni accompagnano il lettore alla scoperta di verità “scandalose” fino a oggi mai rivelate con tanta schiettezza.
La natura del potere, il ruolo del denaro, l’uso dei servizi segreti, la violenza, la guerra, le massonerie, i rapporti tra stati, la religione, il Vaticano, la verità, la finzione, i complotti, il caso, il lato di tenebra dell’uomo e del politico. Il trionfo e la caduta, la vita e la morte. Impossibile annoiarsi, difficile restare indifferenti.
Andrea Cangini, laureato in Scienze politiche, ha quarantun anni, molti dei quali passati a raccontare la politica sul «Quotidiano Nazionale». Ha due figli: osservando loro, più che frequentando Montecitorio, ha capito i meccanismi più profondi della natura umana.
E dunque del gioco politico.


Gianni Del Vecchio, Stefano Pitrelli

Occulto Italia – BUR

Contro ogni luogo comune, alimentato dai media che si occupano solo di sette sataniche perché più appassionanti, il libro ci svela che queste organizzazioni sono tante e sono presenti tra noi.
Lucia Annunziata
Le sette non sono solo piccole comunità di persone deboli o disperate plagiate da un qualche “santone”, come la stampa tende a presentarle.
La realtà è ben diversa, e più pericolosa: non solo questi gruppi rovinano vite e famiglie, ma trovano agganci fra parlamentari, imprenditori, uomini di spettacolo e professori. Facendo della segretezza la propria cifra, organizzazioni di questo tipo sono riuscite a inserirsi in grandi istituzioni pubbliche e private, fino a raggiungere i vertici dello Stato.
Docenti formati da Scientology insegnano ai nostri ragazzi con il benestare del governo; l’Ontopsicologia ha goduto dell’amicizia di Marcello Dell’Utri e per anni è stata indirettamente in affari con Fininvest; Damanhur controlla di fatto alcuni comuni piemontesi e allunga i propri tentacoli in Parlamento; il Movimento Umanista si è fatto partito e diffonde le proprie idee dalle fila dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro; la Soka Gakkai copre il dispotismo verso gli adepti con il volto buono del buddismo radical chic, e gode di testimonial eccellenti.
Ricco di documenti inediti e testimonianze dirette, questo libro presenta la prima inchiesta sulle sette italiane, sabotandone l’arma più potente: l’omertà che le circonda.
Nel nostro Paese decine di sette operano nell’ombra intrecciandosi con le istituzioni, accumulando denaro, rovinando vite. Scientology, Damanhur, Ontopsicologia, Soka Gakkai, Umanisti… Con le testimonianze dei fuoriusciti, la prima mappa dei culti pericolosi.
Gianni Del Vecchio è giornalista. Scrive per “Europa” e “L’espresso”.
Collabora alla trasmissione “In mezz’ora” di Raitre. Stefano Pitrelli è giornalista. Fa inchieste per “L’espresso” e scrive per “Europa”.

Vittorio Feltri con Stefano Lorenzotto

Il Vittorioso – Marsilio

Chi è davvero Vittorio Feltri, in assoluto il direttore che negli ultimi anni ha fatto più parlare di sé, l’unico capace di trasformare ogni sua avventura professionale in un successo di mercato? In che modo riuscì a raddoppiare le vendite del «Giornale» dopo che Indro Montanelli l’aveva lasciato nel 1994? E perché trascorsi tre anni se ne andò a sua volta sbattendo la porta? Qual è il motivo per cui nel 2009 vi è ritornato? Ha applicato una ricetta segreta per salvare testate in crisi, come «L’Europeo» e «L’Indipendente», o per imporne di nuove in edicola, come «Libero»? C’era un unico modo per rispondere a questi e a molti altri interrogativi: costringerlo a raccontarsi nel suo stile scabro e privo di infingimenti. È quanto ha cercato di fare il miglior intervistatore italiano, Stefano Lorenzetto, che di Feltri è stato vicedirettore vicario al «Giornale». Ne è uscito un dialogo serrato, ricco di particolari inediti, in cui il famoso giornalista svela i retroscena delle sue dirompenti campagne di stampa (da Affittopoli ai casi Boffo e Fini-Tulliani), narra splendori e miserie del «Corriere della Sera», distilla giudizi su politici e colleghi, parla dei giornalisti che ha amato di più (da Nino Nutrizio, che lo assunse alla «Notte», a Oriana Fallaci, che una notte si fece viva con lui dall’aldilà). E soprattutto, per la prima volta, si mette a nudo, svelando i suoi dubbi, i suoi tormenti, le sue idiosincrasie, i suoi affetti privati.
Vittorio Feltri, bergamasco, è direttore editoriale del «Giornale». Ha esordito a 19 anni scrivendo di cinema sull’«Eco di Bergamo». Nel 1969 è stato assunto alla «Notte». Redattore al «Corriere d’Informazione» dal 1974 al 1977, in seguito ha lavorato per 15 anni al «Corriere della Sera», come caposervizio e inviato speciale. Ha diretto «Bergamo Oggi», «L’Europeo» e «L’Indipendente», con formidabili risultati diffusionali. Nel 1994 ha sostituito Indro Montanelli alla guida del “Giornale”. Dimessosi nel dicembre 1997, ha assunto la direzione del «Borghese», il settimanale fondato da Leo Longanesi. Dopo un breve periodo al gruppo Monti-Riffeser, dov’è stato direttore editoriale del «Quotidiano Nazionale» e delle testate «Il Resto del Carlino», «La Nazione» e «Il Giorno», nel 2000 ha fondato e portato al successo «Libero», che ha lasciato nel 2009 per tornare a dirigere «Il Giornale». Ha una laurea in scienze politiche che però, come dice lui, «gli è stata generosamente regalata».
Stefano Lorenzetto , veronese, è editorialista del «Giornale», dov’è stato vicedirettore vicario di Vittorio Feltri, e collaboratore di «Panorama» e «Monsieur». In 35 anni di professione giornalistica ha scritto per una quarantina di testate e ha vinto il premio Saint-Vincent. Ha pubblicato Fatti in casa, Dimenticati (premio Estense), Italiani per bene, Tipi italiani, Dizionario del buon senso, Vita morte miracoli, Baldus, Si ringrazia per le amorevoli cure prestate e Cuor di veneto, uscito a settembre 2010. Come autore televisivo ha realizzato Internet café per Rai Educational.

Mario Pirani

Poteva andare peggio – Mondadori

Comincia in tono confidenziale il lungo viaggio di Mario Pirani attraverso ottant’anni di vita italiana. Dall’infanzia, alla giovinezza, trascorsa durante un periodo tra i più bui del Novecento. Nell’atmosfera colma di speranze dell’immediato dopoguerra, l’impeto creativo del marxismo togliattiano indurrà il giovane Pirani ad accogliere il verbo comunista. Ma dopo i sanguinosi fatti di Ungheria del 1956 e l’aspro dibattito che si aprì all’interno del partito, anche per Pirani arrivò il giorno in cui tutto “suonò assurdo”. Nel 1961 la “cesura netta” della sua esistenza, che lo porta a uscire dall’”Unità” e dal Pci e accettare un’offerta di lavoro all’Eni di Enrico Mattei. In pagine bellissime – che si concludono alla soglia dell’avventura professionale del quotidiano “la Repubblica” – Pirani rievoca, alternando cronaca personale e memoria storica, una stagione “felice quanto illusoria”. Il suo sguardo, sempre penetrante ma anche ironico e divertito, riesce a evocare, al di fuori di ogni posa oleografica, una folla variegata di personaggi in una sorta di personalissimo spettacolo del Novecento italiano. Al termine di una lunga stagione nella quale molte delle “ragionevoli illusioni” degli uomini e delle donne usciti dalla guerra non si sono realizzate, Poteva andare peggio sembra volerci dire, con il timbro del volontario disincanto, che l’impegno di una generazione non è stato del tutto vano.
Mario Pirani, giornalista, è stato tra i fondatori della “Repubblica”, di cui è editorialista. Ha pubblicato “Il fascino del nazismo”, “Il caso Jenninger: una polemica sulla storia”, “Il futuro dell’economia visto dai maggiori esperti mondiali”, e “E’ scoppiata la terza guerra mondiale?”.

I 38 libri concorrenti

1 Cantico – Emanuela Ghini – I Rombi Marietti

2 L’assedio – Michele Ainis – Longanesi

3 La rondine e la piuma – Franco Mosconi – Mup

4 Guareschi – Giovanni Lugaresi – Mup

5 Irritazioni – Gillo Dorfles – Castelvecchi Editore

6 La guerra d’Etiopia – Angelo del Boca – Longanesi

7 Se la casa è vuota – Isabella Bossi Fedrigotti – Longanesi

8 Dizionario delle idee non comuni – Armando Massarenti – Guanda

9 La scuola è di tutti – Girolamo De Michele – Minimum fax

10 I capricci della moda – Franca Sozzani – PasSaggi Bompiani

11 Fotti il potere – Andrea Cangini – Aliberti Editore

12 Nati di notte sotto un cielo senza stelle – Vander Penazzi – Ed. Antica Humana

13 Il corpo delle donne – Lorella Zanardo – Feltrinelli

14 Il Vittorioso - Stefano Lorenzetto – Gli Specchi Marsilio

15 Musica per lupi – Dario Fertilio – Gli Specchi Marsilio

16 Piccoli – Dario Di Vico – I Grilli Marsilio

17 Care Ragazze – Vittoria Franco – Donzelli Editore

18 Il bambino che sognava i cavalli – Pino Nazio – Sovera Edizioni

19 Occulto Italia – Gianni del Vecchio – Stefano Pitrelli Bur Rizzoli

20 Il Garibaldino che fece il Corriere della Sera – Massimo Nava – Rizzoli

21 Potresti anche dirmi grazie – Paolo Di Stefano – Rizzoli

22 Forse che no – Cesare Rimini – Editrice San Raffaele

23 Poteva andare peggio – Mario Pirani – Mondadori

24 Terronismo – Marco Demarco – Rizzoli

25 L’ultima notizia – Massimo Gaggi / Marco Bardazzi – Rizzoli

26 Il Presidente bonsai – Sebastiano Messina – Bur Rizzoli

27 Primo sangue – Aldo Pecora – Bur Rizzoli

28 Le due Napoli – Domenico Pizzuti – Giannini Editore

29 Momenti di trascurabile felicità – Francesco Piccolo – Einaudi

30 Chi ha perso la Turchia – Marco Ansaldo – Einaudi

31 Sulla lingua del tempo presente – Gustavo Zagrebelsky – Einaudi

32 Destini di frontiera – Federico Fubini – Editori Laterza

33 L’ultima lettera di Benito – Pasquale Chessa / Barbara Raggi – Le Scie Mondadori

34 Il disastro – Francesco Erbani – Editori Laterza

35 Londra Babilonia – Enrico Franceschini – Editori Laterza

36 La malattia dell’occidente – Marco Panara – Editori Laterza

37 Se Garibaldi avesse perso – Pasquale Chessa – Marsilio

38 Colti sul fatto – Marco Travaglio – Garzanti


ILoveLucy

Talvolta la tecnologia ci delude!


Sciopero nazionale e cortei di protesta in tutto il pianeta per questa notizia! Nessuno si aspettava nonostante le numerose installazioni di missili nucleari, che neanche un vettore potesse essere disponibile. Voci non meglio accertate invece dichiarano di aver ricevuto pressioni dallo spazio esterno affinché quella comunità non si spostasse dal pianeta. L'ambasciatore della federazione galattica Asthar Sheran, non si esprime su quelle voci. I damanhur, si sono impegnati a costruirsela per loro conto, tanti auguri per l'astronave ed il suo Capitano, per il momento restiamo in attesa che decolli, portatevi una scorta di salviette umide perché si sa' nello spazio l'acqua scarseggia!