mercoledì 10 agosto 2011

Selezionati i quattro finalisti del Premio Estense 2011

Come al solito la presunzione dei damanhur non si limita mai e così il libro Occulto Italia, descritto come segue, cito dal blog damanhur inside, che è una copia conforme dell'originale inglese damanhur insideout: 
Stambecco Pesco scrive:
Cara Morwen 07/06/2011 alle 18:55 cosa prema a Pitrelli e Del Vecchio, autori del trash-seller, non lo so. Io li ho pure incontrati, ma diciamo che non è stato un incontro di grande soddisfazione. 


Occulto Italia è tra i primi quattro libri che si contenderanno il Premio Estense 2011. Leggete il seguito:

A Bruno Vespa assegnato il Riconoscimento ‘Gianni Granzotto’. Sono “Fotti il potere” di Andrea Cangini con Francesco Cossiga (Aliberti editore), “Occulto Italia” di Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli (ed. BUR), “Il Vittorioso” di Vittorio Feltri con Stefano Lorenzotto (ed. Marsilio) e “Poteva andare peggio” di Mario Pirani (ed. Mondadori), i quattro libri finalisti del Premio Estense 2011 selezionati dalla Giuria tecnica composta dal presidente Gianni Riotta, Paolo Boldrini, Alberto Faustini, Aldo Forbice, Laura Laurenzi, Mauro Mazza, Giancarlo Mazzuca, Folco Quilici, Bianca Stancanelli, Pierluigi Visci.
[…] di Estense.com
I giurati hanno analizzato con attenzione i 38 libri concorrenti candidati alla finale (vedi elenco in allegato) e hanno selezionato i quattro che arriveranno alla cerimonia del prossimo 24 settembre 2011. I quattro libri selezionati, tra i quali sarà scelto il vincitore, in questi mesi saranno sottoposti al vaglio e alla lettura della giuria popolare composta da 40 cittadini ferraresi, che si affiancheranno alla giuria tecnica per assegnare congiuntamente l’Aquila d’Oro Estense nel corso della cerimonia in programma il prossimo 24 settembre 2011 al Teatro Comunale di Ferrara.
Il Premio Estense, promosso Unindustria Ferrara, nasce nel lontano 1965 per iniziativa dell’allora Presidente degli industriali ferraresi, Cavaliere del Lavoro dottor Giorgio Piacentini, che intendeva istituire un premio che rivelasse l’interesse degli imprenditori ferraresi per l’arte e la cultura, in linea con ciò che la città estense ha rappresentato nel Rinascimento.
Insieme alla quartina finalista oggi è stata annunciato il vincitore del Riconoscimento “Gianni Granzotto – Uno stile dell’informazione”. Il premio è stato assegnato a Bruno Vespa. Il Riconoscimento, consistente nella riproduzione della colubrina “La Regina” in argento, è giunto quest’anno alla 27^ edizione e viene consegnato da una Giuria presieduta dal Presidente di Unindustria Ferrara, Piero Puglioli e da sei industriali designati dall’Associazione. Anche il Granzotto, come l’Aquila d’oro, sarà consegnato al vincitore il prossimo 24 settembre durante la cerimonia del Premio Estense.

La quartina finalista del Premio Estense 2011

Andrea Cangini con Francesco Cossiga

Fotti il potere – Aliberti editore

Sapientemente indirizzato dal giornalista Andrea Cangini, il presidente Francesco Cossiga mette a nudo il potere e con esso l’uomo che lo incarna. Svela l’arcano, dice l’indicibile, strappa la maschera alla realtà con l’ironia e l’arguzia di chi ha cavalcato a testa alta lungo le strade impervie della Prima e della Seconda repubblica.
Aneddoti, riflessioni, rimandi storici, vere e proprie rivelazioni accompagnano il lettore alla scoperta di verità “scandalose” fino a oggi mai rivelate con tanta schiettezza.
La natura del potere, il ruolo del denaro, l’uso dei servizi segreti, la violenza, la guerra, le massonerie, i rapporti tra stati, la religione, il Vaticano, la verità, la finzione, i complotti, il caso, il lato di tenebra dell’uomo e del politico. Il trionfo e la caduta, la vita e la morte. Impossibile annoiarsi, difficile restare indifferenti.
Andrea Cangini, laureato in Scienze politiche, ha quarantun anni, molti dei quali passati a raccontare la politica sul «Quotidiano Nazionale». Ha due figli: osservando loro, più che frequentando Montecitorio, ha capito i meccanismi più profondi della natura umana.
E dunque del gioco politico.


Gianni Del Vecchio, Stefano Pitrelli

Occulto Italia – BUR

Contro ogni luogo comune, alimentato dai media che si occupano solo di sette sataniche perché più appassionanti, il libro ci svela che queste organizzazioni sono tante e sono presenti tra noi.
Lucia Annunziata
Le sette non sono solo piccole comunità di persone deboli o disperate plagiate da un qualche “santone”, come la stampa tende a presentarle.
La realtà è ben diversa, e più pericolosa: non solo questi gruppi rovinano vite e famiglie, ma trovano agganci fra parlamentari, imprenditori, uomini di spettacolo e professori. Facendo della segretezza la propria cifra, organizzazioni di questo tipo sono riuscite a inserirsi in grandi istituzioni pubbliche e private, fino a raggiungere i vertici dello Stato.
Docenti formati da Scientology insegnano ai nostri ragazzi con il benestare del governo; l’Ontopsicologia ha goduto dell’amicizia di Marcello Dell’Utri e per anni è stata indirettamente in affari con Fininvest; Damanhur controlla di fatto alcuni comuni piemontesi e allunga i propri tentacoli in Parlamento; il Movimento Umanista si è fatto partito e diffonde le proprie idee dalle fila dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro; la Soka Gakkai copre il dispotismo verso gli adepti con il volto buono del buddismo radical chic, e gode di testimonial eccellenti.
Ricco di documenti inediti e testimonianze dirette, questo libro presenta la prima inchiesta sulle sette italiane, sabotandone l’arma più potente: l’omertà che le circonda.
Nel nostro Paese decine di sette operano nell’ombra intrecciandosi con le istituzioni, accumulando denaro, rovinando vite. Scientology, Damanhur, Ontopsicologia, Soka Gakkai, Umanisti… Con le testimonianze dei fuoriusciti, la prima mappa dei culti pericolosi.
Gianni Del Vecchio è giornalista. Scrive per “Europa” e “L’espresso”.
Collabora alla trasmissione “In mezz’ora” di Raitre. Stefano Pitrelli è giornalista. Fa inchieste per “L’espresso” e scrive per “Europa”.

Vittorio Feltri con Stefano Lorenzotto

Il Vittorioso – Marsilio

Chi è davvero Vittorio Feltri, in assoluto il direttore che negli ultimi anni ha fatto più parlare di sé, l’unico capace di trasformare ogni sua avventura professionale in un successo di mercato? In che modo riuscì a raddoppiare le vendite del «Giornale» dopo che Indro Montanelli l’aveva lasciato nel 1994? E perché trascorsi tre anni se ne andò a sua volta sbattendo la porta? Qual è il motivo per cui nel 2009 vi è ritornato? Ha applicato una ricetta segreta per salvare testate in crisi, come «L’Europeo» e «L’Indipendente», o per imporne di nuove in edicola, come «Libero»? C’era un unico modo per rispondere a questi e a molti altri interrogativi: costringerlo a raccontarsi nel suo stile scabro e privo di infingimenti. È quanto ha cercato di fare il miglior intervistatore italiano, Stefano Lorenzetto, che di Feltri è stato vicedirettore vicario al «Giornale». Ne è uscito un dialogo serrato, ricco di particolari inediti, in cui il famoso giornalista svela i retroscena delle sue dirompenti campagne di stampa (da Affittopoli ai casi Boffo e Fini-Tulliani), narra splendori e miserie del «Corriere della Sera», distilla giudizi su politici e colleghi, parla dei giornalisti che ha amato di più (da Nino Nutrizio, che lo assunse alla «Notte», a Oriana Fallaci, che una notte si fece viva con lui dall’aldilà). E soprattutto, per la prima volta, si mette a nudo, svelando i suoi dubbi, i suoi tormenti, le sue idiosincrasie, i suoi affetti privati.
Vittorio Feltri, bergamasco, è direttore editoriale del «Giornale». Ha esordito a 19 anni scrivendo di cinema sull’«Eco di Bergamo». Nel 1969 è stato assunto alla «Notte». Redattore al «Corriere d’Informazione» dal 1974 al 1977, in seguito ha lavorato per 15 anni al «Corriere della Sera», come caposervizio e inviato speciale. Ha diretto «Bergamo Oggi», «L’Europeo» e «L’Indipendente», con formidabili risultati diffusionali. Nel 1994 ha sostituito Indro Montanelli alla guida del “Giornale”. Dimessosi nel dicembre 1997, ha assunto la direzione del «Borghese», il settimanale fondato da Leo Longanesi. Dopo un breve periodo al gruppo Monti-Riffeser, dov’è stato direttore editoriale del «Quotidiano Nazionale» e delle testate «Il Resto del Carlino», «La Nazione» e «Il Giorno», nel 2000 ha fondato e portato al successo «Libero», che ha lasciato nel 2009 per tornare a dirigere «Il Giornale». Ha una laurea in scienze politiche che però, come dice lui, «gli è stata generosamente regalata».
Stefano Lorenzetto , veronese, è editorialista del «Giornale», dov’è stato vicedirettore vicario di Vittorio Feltri, e collaboratore di «Panorama» e «Monsieur». In 35 anni di professione giornalistica ha scritto per una quarantina di testate e ha vinto il premio Saint-Vincent. Ha pubblicato Fatti in casa, Dimenticati (premio Estense), Italiani per bene, Tipi italiani, Dizionario del buon senso, Vita morte miracoli, Baldus, Si ringrazia per le amorevoli cure prestate e Cuor di veneto, uscito a settembre 2010. Come autore televisivo ha realizzato Internet café per Rai Educational.

Mario Pirani

Poteva andare peggio – Mondadori

Comincia in tono confidenziale il lungo viaggio di Mario Pirani attraverso ottant’anni di vita italiana. Dall’infanzia, alla giovinezza, trascorsa durante un periodo tra i più bui del Novecento. Nell’atmosfera colma di speranze dell’immediato dopoguerra, l’impeto creativo del marxismo togliattiano indurrà il giovane Pirani ad accogliere il verbo comunista. Ma dopo i sanguinosi fatti di Ungheria del 1956 e l’aspro dibattito che si aprì all’interno del partito, anche per Pirani arrivò il giorno in cui tutto “suonò assurdo”. Nel 1961 la “cesura netta” della sua esistenza, che lo porta a uscire dall’”Unità” e dal Pci e accettare un’offerta di lavoro all’Eni di Enrico Mattei. In pagine bellissime – che si concludono alla soglia dell’avventura professionale del quotidiano “la Repubblica” – Pirani rievoca, alternando cronaca personale e memoria storica, una stagione “felice quanto illusoria”. Il suo sguardo, sempre penetrante ma anche ironico e divertito, riesce a evocare, al di fuori di ogni posa oleografica, una folla variegata di personaggi in una sorta di personalissimo spettacolo del Novecento italiano. Al termine di una lunga stagione nella quale molte delle “ragionevoli illusioni” degli uomini e delle donne usciti dalla guerra non si sono realizzate, Poteva andare peggio sembra volerci dire, con il timbro del volontario disincanto, che l’impegno di una generazione non è stato del tutto vano.
Mario Pirani, giornalista, è stato tra i fondatori della “Repubblica”, di cui è editorialista. Ha pubblicato “Il fascino del nazismo”, “Il caso Jenninger: una polemica sulla storia”, “Il futuro dell’economia visto dai maggiori esperti mondiali”, e “E’ scoppiata la terza guerra mondiale?”.

I 38 libri concorrenti

1 Cantico – Emanuela Ghini – I Rombi Marietti

2 L’assedio – Michele Ainis – Longanesi

3 La rondine e la piuma – Franco Mosconi – Mup

4 Guareschi – Giovanni Lugaresi – Mup

5 Irritazioni – Gillo Dorfles – Castelvecchi Editore

6 La guerra d’Etiopia – Angelo del Boca – Longanesi

7 Se la casa è vuota – Isabella Bossi Fedrigotti – Longanesi

8 Dizionario delle idee non comuni – Armando Massarenti – Guanda

9 La scuola è di tutti – Girolamo De Michele – Minimum fax

10 I capricci della moda – Franca Sozzani – PasSaggi Bompiani

11 Fotti il potere – Andrea Cangini – Aliberti Editore

12 Nati di notte sotto un cielo senza stelle – Vander Penazzi – Ed. Antica Humana

13 Il corpo delle donne – Lorella Zanardo – Feltrinelli

14 Il Vittorioso - Stefano Lorenzetto – Gli Specchi Marsilio

15 Musica per lupi – Dario Fertilio – Gli Specchi Marsilio

16 Piccoli – Dario Di Vico – I Grilli Marsilio

17 Care Ragazze – Vittoria Franco – Donzelli Editore

18 Il bambino che sognava i cavalli – Pino Nazio – Sovera Edizioni

19 Occulto Italia – Gianni del Vecchio – Stefano Pitrelli Bur Rizzoli

20 Il Garibaldino che fece il Corriere della Sera – Massimo Nava – Rizzoli

21 Potresti anche dirmi grazie – Paolo Di Stefano – Rizzoli

22 Forse che no – Cesare Rimini – Editrice San Raffaele

23 Poteva andare peggio – Mario Pirani – Mondadori

24 Terronismo – Marco Demarco – Rizzoli

25 L’ultima notizia – Massimo Gaggi / Marco Bardazzi – Rizzoli

26 Il Presidente bonsai – Sebastiano Messina – Bur Rizzoli

27 Primo sangue – Aldo Pecora – Bur Rizzoli

28 Le due Napoli – Domenico Pizzuti – Giannini Editore

29 Momenti di trascurabile felicità – Francesco Piccolo – Einaudi

30 Chi ha perso la Turchia – Marco Ansaldo – Einaudi

31 Sulla lingua del tempo presente – Gustavo Zagrebelsky – Einaudi

32 Destini di frontiera – Federico Fubini – Editori Laterza

33 L’ultima lettera di Benito – Pasquale Chessa / Barbara Raggi – Le Scie Mondadori

34 Il disastro – Francesco Erbani – Editori Laterza

35 Londra Babilonia – Enrico Franceschini – Editori Laterza

36 La malattia dell’occidente – Marco Panara – Editori Laterza

37 Se Garibaldi avesse perso – Pasquale Chessa – Marsilio

38 Colti sul fatto – Marco Travaglio – Garzanti


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