mercoledì 14 settembre 2011

DISSONANZA COGNITIVA 2

Questo testo lo propongo così come l'ho trovato, in modo integrale, è dedicato a tutti coloro che sono timorosi, che sono dubbiosi, che pensano di poter essere in pericolo una volta che usciranno da una setta o da un gruppo spirituale, sappiate che tutto ciò che avete e pensate di aver conquistato in quei percorsi fasulli, era già dentro di voi, fa' parte della vostra natura, nessuno può toglierlo o darvelo. Quel senso di vuoto che si percepisce invece è dato solo da false emozioni, da falsi sentimenti che agiscono come droghe creando dipendenza. se vi riconoscerete in tutto od in parte ciò che è scritto, fate la cosa migliore per voi, andatevene da quella realtà. Domandatevi come mai persone "esterne" studiano questi fenomeni settari, perché la vera vostra salvezza è nella ricerca dei perché, nei vostri dubbi!

SIGNIFICATO NUOVO RIELABORAZIONE MENTEREALE
"DISSONANZA  COGNITIVA"

La ricerca psicologica ha dimostrato che se una qualsiasi di queste tre componenti cambia, le altre due si modificheranno per ridurre la dissonanza cognitiva. Quindi il controllo del comportamento, il controllo dei pensieri e il controllo delle emozioni sono gli strumenti che le sette distruttive utilizzano per manipolare mentalmente i loro adepti. A queste tre componenti Hassan aggiunge il controllo delle informazioni finalizzato a limitare le capacità di pensiero indipendente dall’individuo. Riporto di seguito gli schemi con cui Hassan illustra le modalità di controllo del comportamento, controllo dell’informazione, controllo del pensiero e controllo delle emozioni utilizzate dai culti distruttivi.

Il controllo del comportamento:
Regolazione della realtà fisica dell’individuo:
• dove, come e chi il membro vive e frequenta.
• che tipo di abbigliamento, colori, acconciatura indossa.
• che cibo mangia, beve, adotta e rifiuta.
• quanto tempo per dormire riesce ad avere.
• dipendenza finanziaria.
• poco o inesistente tempo libero per i piaceri, il divertimento, le vacanze.
2. Dedicare molto del proprio tempo a sedute di indottrinamento e rituali del gruppo;
3. Deve chiedere l’autorizzazione per decisioni importanti.
4. Deve riferire ai superiori, pensieri, sentimenti e attività.
5. Premi e punizioni (tecniche di modificazione comportamentale-positivo e negativo).
6. Individualismo scoraggiato: prevale il pensiero di gruppo.
7. Regole e regolamenti rigidi.
1. Il controllo delle informazioni:
Uso dell’inganno:
• trattenere deliberatamente informazioni.
• distorcere le informazioni per renderle più accettabili.
• palesi menzogne.
2. Scoraggiare o minimizzare fonti informative esterne al gruppo:
• libri, articoli, giornali, riviste,TV, radio.
• informazioni critiche.
• ex membri.
• mantenere i membri così occupati da non avere il tempo per pensare o per controllare personalmente.
3. Compartimentazione dell’informazione: dottrine per esterni, dottrine per interni:
• l’informazione non è liberamente accessibile.
• l’informazione varia a missioni e livelli diversi in un ambito piramidale.
4. Incoraggiare lo spiarsi a vicenda:
• riferire alla leadership pensieri, sentimenti e azioni devianti.
• comportamento individuale osservato dall’intero gruppo.
• la leadership decide chi “ ha bisogno di sapere “ cosa e quando.

5. Uso estensivo di informazioni e propaganda auto-generate:
• bollettini, riviste, pubblicazioni, audiocassette, videocassette ed altri mezzi.
• citazioni erronee, affermazioni di fonti esterne presentate fuori contesto.
6. Uso immorale della confessione:
• “ peccati “ usati per abolire i confini dell’identità.
• il passato usato per manipolare e controllare; nessun perdono o assoluzione.
7. Bisogno di obbedienza e indipendenza.
Controllo del pensiero:
1. Si deve interiorizzare la dottrina del gruppo come “ Verità “.
• adottare la mappa della realtà del gruppo come “ Realtà “ (mappa=realtà).
• pensiero in bianco- e- nero.
• bene contro male.
• noi contro loro (interni contro esterni).
2. Utilizzo del linguaggio caricato (ad esempio, “ clichè blocca-pensiero). Le parole sono gli strumenti che usiamo per pensare. Questo “ linguaggio “ speciale limita invece che espandere la comprensione, e può addirittura bloccare il pensiero in generale, serve a ridurre la complessità dell’esperienza in poche parole banali e piatte;
3. Vengono incoraggiati soltanto pensieri “ buoni “ e “ appropriati “.
4. Utilizzo di tecniche ipnotiche per indurre stati mentali alterati.
5. Manipolazione dei ricordi, si inculcano falsi ricordi.
6. Uso di tecniche blocca-pensiero per impedire il “ test della realtà “ bloccando i pensieri “ negativi “, e permettendo soltanto pensieri “ positivi “ .
• negazione, razionalizzazione, giustificazione, illusione.
• litanie
• preghiere
• parlare in gergo
• cantare o mormorare
7. Rifiuto dell’analisi razionale, del pensiero critico, della critica costruttiva. Nessuna domanda critica sul leader, dottrina o politica sembra essere legittima.
8. Nessun sistema di credenze alternativo è considerato legittimo, buono o utile.
Controllo emotivo:
1. Manipolare e restringere la portata dei sentimenti.
2. Fare in modo che la persona pensi che se esistono problemi è sempre colpa sua, mai del leader o del gruppo.
3. Uso eccessivo del senso di colpa:
A. colpa per l’identità
• chi sei (non stai vivendo secondo il tuo potenziale)
• il vostro passato
• le persone che frequentate
• i vostri pensieri, sentimenti, azioni.
B. colpa sociale
C. colpa storica
4. Uso eccessivo della paura:
A. paura di pensare
B. paura del mondo esterno
C. paura dei nemici
D. paura di perdere la propria salvezza
E. paura di lasciare il gruppo o di essere cacciato dal gruppo
F. paura della disapprovazione
5. Picchi emotivi eccessivi verso l’alto o il basso.
6. Rituali e frequenti confessioni pubbliche dei peccati.
7. Indottrinamento alla fobia: inculcare paure irrazionali sull’uscita dal gruppo o addirittura sulla critica all’autorità del leader. La persona soggetta a controllo mentale non riesce a visualizzare un futuro positivo e soddisfacente fuori dal gruppo:
A. nessuna felicità o appagamento fuori dal gruppo
B. se ve ne andate subirete conseguenze terribili: suicidio, pazzia, 10.000 reincarnazione, ecc.
C. evitare chi se n’è andato; paura di essere rifiutato da amici, famiglia
D. non esiste mai una ragione legittima per andarsene.
Secondo il punto di vista del gruppo chi se ne va è “debole”, “indisciplinato”, “non spirituale”, “terreno”, “plagiato da famiglia o assistenti” o “sedotto da denaro, sesso, rock and roll”.
CREAZIONE DELL’ IDENTITA’ SETTARIA - Il controllo del comportamento, dell’informazione, del pensiero, e delle emozioni, scrive Hassan, hanno ciascuno in sé il potenziale per alterare in modo significativo l’identità della persona ma quando queste quattro forme di controllo vengono utilizzate insieme l’effetto è molto più estremo. Le sette, manipolano in modo consistente gli elementi che formano l’identità individuale e il controllo mentale settario, dissocia la persona dalla sua identità autentica, e rende la sua nuova identità settaria dipendente dal gruppo. Dal punto do vista della salute mentale, il controllo mentale settario scomponigli elementi della psiche individuale in un’altra personalità distinta e l’adepto arriva a mostrare la sintomatologia classico di un “disordine dissociativo”. E’ per questo che le famiglie dell’edepto e i suoi amici rimangono colpiti e preoccupati dal cambiamento radicale della personalità del loro caro tanto da stentare a riconoscerlo: per diventare un buon adepto è stato indottrinato a manipolare e sopprimere il vecchio sé. Per facilitare questo processo gli è stato affidato un nome nuovo, abbigliamento nuovo, nuova acconciatura, un nuovo modo di parlare, una nuova “famiglia”, nuovi “amici”, nuovi pensieri, nuove emozioni, e una nuova relazione con Dio. L’adepto, spiega Hassan, perde così qualsiasi punto di contatto con la sua realtà familiare e sociale, e comincia ad operare con criteri della nuova identità settaria, con cui sarà difficile entrare in contatto con gli usuali punti di vista validi per la maggior parte delle persone perché l’uso di tecniche di controllo mentale distruttivo lede la possibilità di qualunque condivisione con chi non appartiene all’universo circoscritto della setta. Per entrare ancora più nello specifico della creazione dell’identità settaria Hassan ci fa sapere che il metodo più comune per modellare l’identità settaria è accoppiare un nuovo membro con uno anziano. Il nuovo membro, definito “bambino spirituale”, viene istruito a imitare in tutto e per tutto il “genitore spirituale” fino ad arrivare ad imitarlo anche nella voce. La finalità è quella di creare tanti cloni del leader. In pratica, possiamo dire che l’adepto sottoposto a manipolazione mentale cade in un profondo stato regressivo ed inizia ad attivare, come il bambino piccolo con i genitori dai quali è in tutto e per tutto dipendente, meccanismi imitativi che lo portano a voler pensare come il leader, ad agire come lui, a sentire come lui, a parlare come lui, a camminare come lui. Hassan nella sua analisi dei processi di manipolazione mentale riprende il lavoro di Edgan Shein, “Coercive Persuasion”, tutti e due si rifanno al modello di riforma del pensiero di Kurt Lewin che descrive il processo di controllo mentale suddividendolo in tre fasi:
Scongelamento: il processo di scomposizione della persona.
A. disorientamento/confusione
B. privazione sensoriale e/o sovraccarico sensoriale
C. manipolazione fisiologica
• privazione del sonno
• privazione della privacy
• cambiamento di dieta
D. ipnosi
• regressione
• visualizzazione
• raccontare leggende e metafore
• doppi sensi linguistici, uso della suggestione
• meditazione, litanie, preghiere, canti
E. portare la persona a criticare la propria identità
F. ridefinizione del passato individuale (inculcare falsi ricordi, dimenticare i ricordi positivi del passato).
2. Cambiamento: il processo di indottrinamento.
A. creazione ed imposizione graduale di una nuova “identità”
• formalmente con sedute di indottrinamento
• informalmente da membri, nastri, libri, ecc.
B. uso di tecniche di modificazione comportamentale
• premi e punizioni• uso di tecniche blocca-pensiero
• controllo dell’ambienteC. manipolazione mistica
D. uso di tecniche ipnotiche o che alterano la mente in altro modo
• ripetizione, monotonia, ritmo
• uso eccessivo di litanie, preghiere, ordini, visualizzazioni
E. uso di confessioni e testimonianze, studi individuali, attività di gruppo
3. Ricongelamento: il processo di consolidamento della nuova identità.
A. consolidamento della nuova identità, abbandono della vecchia
• separazione del passato, diminuzione o eliminazione dei contatti con famiglia e amici
• rinuncia a beni importanti e donazione del patrimonio
• inizio di attività della setta: reclutamento, raccolta di fondi, trasferimento e convivenza con altri membri
B. nuovo nome, nuovo abbigliamento, nuova acconciatura, nuovo linguaggio, nuova “famiglia”
C. l’indottrinamento continua: seminari, corsi, ritiri.
Nella fase dello “scongelamento”, quindi la propria identità inizia a sciogliersi, a liquefarsi, questo accade nella fase del reclutamento. Durante il cosiddetto “indottrinamento” inizia ad avvenire il cambiamento che poi porta al “ricongelamento” nella nuova identità settaria. Aiutare una persona che è stata manipolata mentalmente significa quindi dover sciogliere il falso sé strutturatosi attraverso la manipolazione e lavorare attraverso un viaggio nella memoria alla riscoperta del sé più autentico che nessun culto distruttivo, per quanto potente, può cancellare del tutto.
a cura di: Ciarafoni Ilaria
BIBLIOGRAFIA “Sette Sataniche” (Vincenzo Mastronardi, Ruben De luca, Moreno Fiori) - “Mentalmente liberi” - “Come uscire da una setta” (Steven Hassan) - “Il lavaggio del cervello: realtà o mito?” (Massimo Introvigne) - “Le sette di Satana” - “Cronache dall’inferno” (Mario Spezi)
fonte: http://www.cepic-psicologia.it
Franco Da Prato