lunedì 26 settembre 2011

Messaggio del Lupo alle pecorelle smarrite!

Attenti al lupo” citava una canzone di Zucchero Fornaciari, povero lupo, da quando la “Favola” di Cappuccetto Rosso a cominciato ad essere raccontata, il lupo ha iniziato a perdere punti. Ma il lupo cui mi accingo ad affrontare in questo articolo è particolare, anche se non ha mai smesso di travestirsi da nonna. Un aspetto che lo contraddistigue è il suo linguaggio ambiguo, un linguaggio che sostiene i suoi argomenti fumosi attraverso la stimolazione della curiosità altrui, innescando il meccanismo delle domande, inizia così la deposizione del primo “Trojan” nella vostra mente, perdonatemi non è una parolaccia è il nome di un virus per computer, uno dei più fastidiosi, che si traveste appunto da nonna, per eludere ogni resistenza, quello che col tempo, si risveglierà e probabilmente vi procurerà più danni di quanti ne potreste immaginare. Qualora vi capitasse, usate queste parole come antivirus: Pane e Ignoranza! Potete usare anche altre parole, le dovete sentire in testa e pronunciarle anche mentalmente ogni qualvolta, che una situazione vi sembra opprimente, senza senso, astratta al vostro normale stato di vita. Quando appunto state perdendo la vostra presenza e vi comportate secondo ciò che vi circonda, qualcuno in quel momento vi sta privando del dono del dubbio e quando la giustificazione ne prende il suo posto è troppo tardi, ricordate sempre che è colpevole anche colui che sostiene con la presenza, col far finta di niente le realtà che si muovono ai limiti della legalità, ma che come ci riporta la cronaca, sempre più spesso finiscono in tribunale. Ma torniamo al lupo in questione che è rappresentato come il capo branco, composto da un certo numero di altri lupi che attendono di catturare le pecorelle smarrite, che siete voi. Ma attenzione! Può una pecorella trasformarsi col tempo in un lupo? Se per voi questa idea è possibile, significa che siete una pecorella smarrita e tale resterete in attesa che qualche lupo vi convinca che è possibile, fino a quando non avrà prosciugato le vostre energie, le vostre emozioni, i vostri risparmi. Questa piccola divagazione, è una tra le moltissime che mi occuperò di affrontare, e non necessariamente deve essere fraintesa additandola come un modo per screditare la comunità associazione federazione damanhur. Tuttavia causa un mio trascorso per niente piacevole presso quella realtà, ed un meno piacevole abbandono, lasciandomi senza un soldo e senza un lavoro da un giorno ad un altro non posso certo esimermi dal farlo, dato che ciò di cui scrivo si riferisce al materiale di propaganda della comunità in questione, profuso attraverso i più noti canali dei media. Detto ciò essendo anche io un probabile fruitore del messaggio, ci tengo in particolar modo ad esprimere le mie critiche e le mie perplessità. Fatta questa premessa, vi riporto di seguito in versione integrale, un trafiletto pervenutomi via mail, le parti di testo in colore blù sono le mie considerazioni:


Damanhur. 26 settembre XXXVI (2010)
Questo titolo è uno specchietto per allodole, poiché inserisce elementi caratteristici ma non distintivi della loro pseudo cultura, tra l'altro commettendo errori! La cifra in numeri romani rappresenta l'anno horusiano ossia il nuovo computo del tempo, secondo la comunità, partendo da un determinato momento. Ma che non corrisponde affatto al giorno 26 e men che meno al mese di settembre. Senza considerare che in un messaggio di quel tipo per rispetto a chi lo riceve, tra parentesi dovrebbe stare il computo temporale del mittente.

Caro Amico/a
Damanhur apre la possibilità di diventare cittadini in breve tempo. Questo è un momento di grande trasformazione sociale e politica in Damanhur, importante anche per prepararci ad affrontare il 2012.
Questa prima parte è un vero proprio messaggio di marketing, che gioca sulle parole: breve tempo, grande trasformazione, 2012. Una affannosa corsa per accaparrarsi gli ultimi biglietti di questa sedicente Arca di Salvezza. Si gioca molto sull'ignoranza, fino all'anno scorso tra i capetti della comunità si sosteneva ad oltranza anche nelle pubbliche relazioni che in quella comunità era molto più difficile entrare che andarsene (altro puerile messaggio ipnotico, atto a distinguere solo i forti ed i meritevoli). Ma si sa la capacità di trasformarsi dei damanhur è il loro talento. E' però un talento che nasconde un insidia ed una verità che non viene di proposito palesata. In genere è il comportamento di colui che accumula troppi eventi negativi che si ritorcerebbero contro, in genere appunto si comporta in questo modo chi come stile di vita fa il truffatore. Oggi parla in un modo, domani in un modo diverso, ci si libera delle persone scomode, quelle che sanno cosa accade e non sono più tanto disposte ad esserne complici, e questo continuo ricambio si concluderà al momento in cui, con una grande manifestazione faraonica si annuncierà il passaggio del comando al successore del Capobranco. Seguirà un periodo di relativa tranquillità, cioè solo lotte interne per accaparrarsi i nuovi posti di potere e poi di nuovo in pista a fare danni, mentre il vecchio lupo a bordo del suo pullman personale, sempre remunerato con le quote dei diritti di autore, si godrà il suo gran finale, ora da una sua proprietà ora in un'altra! Sarei curioso a titolo di gossip sapere con quale donnina, passerà il suo tempo da pensionato spirituale!

Cosa esattamente accadrà in quella data non lo sappiamo, ma crediamo che la vita comunitaria, fondata sulla solidarietà e la condivisione, sia uno strumento forte per trasformare un momento di difficoltà in un percorso di crescita.
Anche questa parte è riservata agli ignoranti, ha coloro cioè, che non conoscono, questa è l'esatta definizione del termine. Solidarietà e Condivisione sono le parole chiave della frase. Se chi legge questo trafiletto conoscesse le storie di coloro che sono scappati da quella comunità con le pezze al sedere, in mezzo ad una strada, forse vi assalirebbe un senso di profonda vergogna. Perchè questi eventi accadono in società moderne è per questo che la loro azione è subdola e pianificata. Tante altre storie le potrete conoscere frequentando i convegni delle organizzazioni, che studiano questi gruppi, qualcuno di voi si è mai chiesto il motivo di tale interesse?
Di tanto impegno e risorse economiche investite, spesso da professionisti con azioni di volontariato?

Damanhur ha un grande progetto: attraverso le idee ed i fatti vuole trasmettere un esempio positivo, quello di un nuovo modello sociale per l'umanità, che inverta la tendenza rispetto al declino di valori dell'attuale società.
Solo un deficente può accettare una simile considerazione, ed io lo sono stato per oltre nove anni, un decerebrato che non era in grado di reagire. Le parole chiave della frase: grande progetto, esempio positivo, declino dei valori. Ce ne sono anche altre, ma sono sicuro che avrete già compreso quali sono. Questa frase è una bomba ipnotica pericolosa, ed ben elaborata anche se ciò mi stupisce, forse è solo un caso. Quando affrontiamo quei temi fasulli come il declino dei valori nella società, gli ufo le scie chimiche etc.stiamo semplicemente trasferendo il nostro disagio intimo su eventi astratti, perché comunque chi vive oggi come ieri questa nostra realtà è responsabile a pari titolo di ciò che accade. Ma avere la faccia tosta di farlo da un pulpito “spirituale” con in mano un lussuoso della Apple “I Phone”, mi sembra proprio fuori luogo.
Da oltre trent'anni stiamo lavorando per questo: i Templi dell’Umanità sono il grande cuore spirituale di questo progetto ed il futuro sviluppo del Tempio dei Popoli vuole rappresentare un messaggio di speranza concreto per l’umanità tutta.
Come a dire da oltre trentanni sono il Furehr della Nazione Tedesca, la mia filosofia è giusta ed anche i mezzi che ho usato sono serviti allo scopo. Noi siamo in centro spirituale perché abbiamo costruito un Tempio abusivo condonato di cui la proprietà giuridica non si conosce. Anche gli Ebrei costruicono Sinagoghe, I Mussulmani Moschee, I Cattolici Chiese, ne vogliamo fare una questione di edificazione materiale?

In questo momento anche tu puoi partecipare al progetto di Damanhur, scegliendo il modo per farlo: oltre al percorso verso la cittadinanza A, esiste ora anche la possibilità di una cittadinanza “a tempo”, che ti permetterà di sperimentare la vita comunitaria e partecipare attivamente a questo grande Sogno.
Qui ci stà a pennello il famoso manifesto “I Want You” per la serie ci serve manodopera gratuita e denaro ti teniamo, anche in prova, come una sorta di apprendistato o meglio di apprendiniente, fino a quando con un passo falso, fatto nella più totale buonafede e con i migliori intenti che una persona fiduciosa e speranzosa possa fare, cioè da pecorella smarrita, ti sei giocata/o il tuo futuro. Subito dopo comprendi che hai sbagliato, ma tornare indietro non è possibile, come anche lasciare tutto e ricominciare di nuovo da zero. Il momento è adesso. Se non vuoi cadere in quella trappola di illusioni scrivi subito a: info@caproespiatorio.net

Il momento è adesso. Se sei interessato scrivi subito a : viaggio@damanhur.it
Oppure chiama 348 6017164 – 348 8749342
E questi sono i recapiti  dell'ufficio di reclutamento! Buona avventura!
PS: semmai ti scappasse proprio urgente e non puoi farne a meno, nascondi da qualche parte, un poco di soldini, perché se dovessi in seguito trovarti nella mia situazione, che ho scoperto non essere l'unica, potrebbero servirti ad alleviare la delusione! 

Franco Da Prato

lunedì 19 settembre 2011

Tutto quello a cui non avete seriamente pensato, ed oggi ne siete complici parte 5

Come difendere quegli aspetti che nella società avete sempre odiato!

Ovvero il manuale dei perché prima di entrare nella comunità:

Associazione Federazione Damanhur
(E' possibile che questa associazione sia stata già chiusa od in fase di chiusura,
 non appena avrò nuove denominazioni, ve lo faccio sapere)


4 l'economia e la moneta complementare, prima parte:
I damanhur hanno sempre disdegnato, solo a parole, ovviamente il sistema bancario ed economico mondiale, salvo però sfruttarne tutte le possibili opportunità. Questa manfrina (termine che indica un falso complimento per ottenere credibilità) serve per imbonire il populino e spillare più soldini e proprietà a chi ne possiede, lasciandogli in cambio qualche posto di responsabilità o di rilievo per compensarne la perdita. In questo specifico tema , la spiritualità e la crescita intima, sembrano aspetti di un altro pianeta. Ovviamente come in ogni altra organizzazione di questo tipo, il fine giustifica i mezzi. A questo proposito mando un messaggio ai miei cari ex fratelli di percorso, agli ex amici e alla mia ex compagna: Carissimi tutti, sicuramente sono stato inserito nella lista dei vostri nemici, mi ritengo comunque fortunato, se non altro finalmente mi avete dato un ruolo! Mentre voi meditate, pregate i vostri dei, prestate la vostra vita ed il vostro tempo a svolgere mansioni spesso gratuite ed affatto volontarie, il vostro caro “maestro” vive la sua vita da pascià, scorrazzando in lungo e largo in Italia ed all'estero facendo capo, ora ad uno, ora all'altro suo immobile di proprietà, e quando torna dai suoi viaggi è sempre pronto a cazziarvi nelle serate pubbliche, non sarà che soffre di acidità di stomaco? Sapete quanto costa al giorno un pullman con autista, col suo codazzo di fedeli camerieri e concubine? No?! Però i soldi glieli date anche voi! Non ci credete?! Allora vediamo un'attimo assieme come: pagate il biglietto per le due serate di ogni settimana, sì per i cittadini costa poco, (questi dati valgono almeno fino ad Luglio 2011) ma lui prende non meno di 150 euro per 40 minuti il mercoledì (1.50€ a cranio) e non meno di 250 euro il giovedì (2.50 a cranio), se non ha aumentato i costi esclusi bambini ed animali, se vuoi puoi fare l'abbonamento. Questi conteggi sono eseguiti su di una media di 100 persone. Certo è che se i cittadini sono circa 500... e sono tutti obbligati a partecipare...Facciamo ancora qualche conto, molto approssimativo s'intende, però da un punto di vista economico interessante. 150+250=400 euro diviso 80 minuti della sua divina presenza fanno 5 euro al minuto, ovvero una media di 300 euro l'ora. Provate anche a moltiplicare quanto sopra esposto per 5...Adesso è anche vero che per meno non può fare, visti i costi cui è abituato a sostenere. Poi ci sono i corsi che costano per ogni cittadino 90 euro l'uno, oltre i corsi si vendono oggetti selfici propedeutici ai corsi. Per le tariffe ai non cittadini andate al sito Web di Olami University. Il vostro maestro continua a sfornare oggetti e metodi per il tuo risveglio animico per farti diventare un mago e tu cosa fai? Li comperi, anche facendo debiti e provi ad usarli come ti ha insegnato, ma siccome non ci sono garanzie sull'effettivo funzionamento è chiaro che la colpa è sempre vostra, è chiaro che non li sapete usare, è chiaro che non ci mettete un pizzico di volontà, di amore, di impegno. Ma vi siete mai domandati quale necessità c'è di costruire uno strumento od organizzare un corso in cui dovete applicare solo voi, tutta l'energia, l'impegno, la volontà, perché avvenga qualcosa? In genere se faceste un piccolo sforzo mentale, dovreste stupirvi di ciò, perché ogni inventore o scopritore di qualche marchingegno ha avuto più successo, in quanto l'oggetto sopperiva alla mancanza di alcune possibilità come la forza fisica, la vista acuta, l'udito, etc. etc. insomma si inventano macchinari per aiutare laddove c'è carenza e non dove per farle funzionare bisogna essere dei. Naturalmente in tutto questo c'è sempre l'ombra del coivolgimento psicologico, incentivare la sfida nelle persone è una leva psicologica fondamentale nei gruppi spirituali organizzati. Di fatto a dimostrazione di ciò che dico, testimoniano le parole della guida spirituale dei damanhur in serata: “I damanhuriani non sono in grado di fare cose semplici, ma trovano ogni energia per le sfide impossibili” Il concetto era questo, ma non ho a memoria le esatte parole. Magari sul loro sito trovate la serata di riferimento!
Quindi miei cari, ancora una volta invece di osservarvi al vostro interno e scoprire che siete solo voi che operate i cambiamenti della vostra vita, preferite idolatrare un vostro simile, la vostra pigrizia non ha fondo, probabilmente avete i alcuni geni di un bradipo nel vostro DNA.
Alla seconda parte...Ad Majora!
Franco Da Prato

giovedì 15 settembre 2011

COME DIVENTARE FELICI E AVERE FORTUNA … SENZA ENTRARE IN UNA SETTA!

di Franco Nanni (PIAS)


Inauguriamo la SEZIONE TESTIMONIANZE con un contributo di Franco Nanni, un'intelligente ed equilibrata riflessione critica sulla sua personale esperienza nella Soka Gakkai alla luce di contributi scientifici interessanti ed utili per la prevenzione del fenomeno generale dell'affiliazione a culti ingannevoli e distruttivi. E' doveroso sottolineare che Franco Nanni è un vero e proprio pioniere della diffusione di letteratura critica sul Web. Egli ha ispirato e contribuito a sensibilizzare altri critici dei culti oggi presenti in modo stabile e attivo sul Web. Grazie anche al suo contributo oggi chiunque desideri avere informazioni sui Nuovi Movimenti Religiosi può trovare in rete molto materiale e farsi una opinione confrontando le informazioni diffuse dai culti e quelle contenute nei siti Web dei critici. L'informazione libera e gratuita è uno dei frutti più positivi dello sviluppo di Internet e del coraggio di pionieri come Franco Nanni. Le "sette del potenziale umano" promettono, oltre al solito "risveglio del tuo vero potenziale", anche un certo successo nella vita; il risveglio naturalmente è visto come il presupposto del successo o, almeno, si lascia intuire questo. E se qualcuno avesse un potenziale di negatività micidiale? All'inizio non lo si contempla nemmeno come possibilità. Se dovesse accadere, lo si etichetterà come attacco dei demoni, e il tutto renderà eroico e nobile ciò che prima era solo sfortuna. Ma di questo parleremo dopo.
Rispetto alla promessa di successo, o "benefici", o "buona fortuna" la cosa curiosa è che gran parte degli adepti sono in grado di elencare numerose situazioni in cui ciò è avvenuto per davvero! Come può essere possibile? Credo che in questo ci sia una complessa miscela di realtà e inganno, di storture cialtronesche e autentiche tecniche psicologiche.
Per chiarezza, aggiungo anche che il modello di "setta del potenziale umano" a cui mi riferisco è la Soka Gakkai di cui ho avuto esperienza diretta dal 1990 al 1996; credo che la generalizzazione sia qui in larga misura possibile, ma naturalmente altre organizzazioni potrebbero non riconoscersi del tutto. Aggiungo anche che molte delle tecniche descritte qui sono tipiche anche di altre organizzazioni di multilevel marketing.

Il modello teorico

L'intero sistema si basa su una modificazione "guidata" sia dell'auto-percezione che della percezione della realtà. Per spiegare il modello, mi servirò di un esempio puramente teorico che semplifica molto le successive spiegazioni.
Prendiamo un campione di 10.000 persone, suddiviso in due gruppi equivalenti di 5.000 ciascuno. Ad un gruppo io dirò qualcosa come "domani pioverà" e all'altro il contrario, "domani non pioverà", naturalmente all'insaputa l'uno dell'altro. Non importa cosa io pronostico, ma (per semplicità) occorre che vi siano due sole possibilità.
L'indomani, verificato se ha piovuto o meno, mi rivolgerò solo al gruppo che ha ricevuto il pronostico giusto, dividendolo in due sottogruppi di 2.500, ai quali darò due pronostici contrari, nello stesso modo già descritto. Per semplicità, per ora diciamo che l'altro sottogruppo viene semplicemente "abbandonato".
Il giorno dopo ripeterò esattamente la stessa procedura con due sottogruppi di 1.250. E poi ancora di 625, e poi di 312... sempre abbandonando il sottogruppo al quale ho dato il pronostico sbagliato. Dopo alcuni passaggi, avrò ottenuto un piccolo gruppo di persone che credono fermissimamente che io sia in grado di prevedere il futuro, poichè nessuno sa che tipo di procedura io abbia applicato. Potreste dar loro torto? In fondo essi hanno visto coi loro occhi che io ho azzeccato una lunga serie di pronostici senza errori. Ecco l'errore prospettico: cancellare continuamente gli insuccessi, o, eventualmente, come vedremo, etichettarli in modo da neutralizzarli come prove a sfavore. E naturalmente questo piccolo gruppo di persone, dalla convinzione incrollabile e (dal loro punto di vista) dimostrabile, andrà per il mondo a "diffondere" la notizia. Ovviamente nessuna organizzazione del tipo descritto fa esattamente questo, ma se si continua a leggere si vedrà come questo modello possa esemplificare bene quel che accade concretamente.

Il bambino e l'acqua sporca

Può funzionare un simile modello così teorico se applicato alla realtà? Certamente! Esso opera di continuo, senza nemmeno bisogno di mala fede. Un esempio? Le interviste a persone molto, molto anziane e in buona salute contengono sempre la domanda su quale sia "il loro segreto di longevità", e il vegliardo di turno risponde volentieri con quel che ritiene essere utile per vivere bene e a lungo. In qualche modo ognuno di noi è psicologicamente predisposto a credere a quel che egli dice, se non altro perchè lui fino a quell'età c'è davvero arrivato! Ed è qui l'inganno. Per ogni novantenne che dice (poniamo) che il suo "segreto" è bere un bicchiere d'acqua ogni mattina, quanti ce ne sono che facevano lo stesso, ma che sono già morti, e quindi non possono essere intervistati? Uno? Dieci? Per la statistica basta che ce ne sia almeno uno per poter dire che bere un bicchiere d'acqua al mattino ai fini della longevità non serve a un accidente.
Volendo raggiungere il sublime, potremmo intervistare un arzillo novantottenne che dichiara di avere fumato 20 sigarette al dì fin dalla tenera età di 14 anni! In questo caso solo i dati contrari ormai acquisiti dalla nostra cultura media possono evitarci di credergli; eppure basterebbe considerare che la statistica direbbe comunque che, per uno ancora vivo, di ex quattordicenni fumatori ne sono morti tanti, e ben prima dei 90 anni!
Nello stesso modo "ingenuo" le riviste autoprodotte dalle sette raccontano le esperienze di chi è riuscito, ha avuto benefici, e mai di chi non è riuscito. Non c'è alcuna evidenza nè logica nè tantomeno statistica che le interviste dei "success-men" abbiano qualche significato estensibile ad altri. Anche qui è lo stesso processo: ho praticato così e così per X mesi o anni, e ora sono felice, ho questa famiglia/lavoro/casa/etc.. Già. Ma se non so quanti altri hanno fatto lo stesso desiderando le stesse cose e non le hanno ottenute, una testimonianza così non mi da alcuna indicazione da seguire ossia, nonostante le apparenze, non sta affatto dicendo che se praticherò così e così otterrò... Eppure leggere queste cose "tenta" il nostro sistema decisionale, spingendoci a farlo.

Questo metodo di gestione delle informazioni potrebbe essere chiamato, per brevità, filtraggio statistico, nel senso che la statistica, metodo matematico che deve sempre considerare l'universo del campione, viene qui invece "filtrata" eliminando sempre una parte del campione di riferimento, e sempre con lo stesso criterio, introducendo quindi una deformazione della rappresentazione e percezione dei fatti.
Non c'è nulla di intrinsecamente criminale, nel fare ciò: la mente umana del resto tende a funzionare in questo modo ogni volta che deve decidere qualcosa (ad es. se bere al mattino etc.) senza avere tutte le informazioni necessarie (ad esempio quanti novantenni etc.etc.). Kahnemann e Tversky (esponenti della psicologia sociale di orientamento cognitivista) hanno chiamato "euristiche di giudizio" queste modalità di decisione. Sono le stesse che agiscono nel farci percepire di vivere in una società di criminali per il fatto che i giornali riportano il numero di vittime di infrazioni varie, ma non lo raffrontano col numero (sicuramente più alto) di persone che sono tornate a casa tranquille percorrendo la stessa strada.
La "tecnologia" del filtraggio statistico agisce in sostanza sottraendo informazione: nasconde e/o neutralizza informazioni "a sfavore" e prepara il terreno alle euristiche di giudizio.
è dunque soltanto in base ad una euristica di giudizio che l'adepto di una setta del P.U. si sente certo che la sua pratica "funziona"? Non "soltanto", certo, ma prevalentemente. Dico questo per due ordini di motivi: il primo è che le euristiche di giudizio sono il varco attraverso il quale passano varie altre modalità di costruzione e percezione della realtà (di cui parlerò in seguito), il secondo è che la setta costruisce intorno all'individuo un ambiente (di norma) caloroso e incoraggiante, tale da incrementare e mobilitare le sue risorse ed energie. Questo secondo aspetto non costituisce un aspetto peculiare delle sette P.U. ma di ogni situazione comunitaria "calda", e rappresenta quindi, nella celebre metafora, il "bambino", laddove filtraggio statistico ed euristiche di giudizio sono invece "l'acqua sporca". In questo articolo mi concentrerò soprattutto su quest'ultima, ritenendo che il calore del gruppo e la condivisione di esperienze (per quanto anch'essi possano essere distorti, vedi "love bombing") siano in fondo tra gli aspetti meno malsani della setta.

Due parole sul "bambino"

Le dinamiche di gruppo di una organizzazione possono avere molte forme e dimensioni: quanto vengono lasciate alla spontaneità o viceversa controllate, quanto spazio venga lasciato alla libera espressione di emozioni e quanto invece venga "filtrato"; quale struttura abbiano i gruppi, se vi sia o meno gerarchia, etc. etc. Di solito le sette preferiscono determinate forme ad altre, per motivi funzionali.
In questo articolo mi limito a prendere in esame la dimensione del filtraggio statistico applicata alle dinamiche dei gruppi, ossia, come e se venga operata una sottrazione di informazione anche in questo aspetto particolare. La mia esperienza nella Gakkai dice che tale sottrazione è altamente operativa, spesso effettuata in modo spontaneo da membri zelanti, ma talvolta anche esercitata dall'alto. Nelle situazioni di gruppo è (più o meno implicitamente) vietata ogni espressione di sentimenti negativi, di scoraggiamento, nemmeno di condivisione di esperienze dolorose, a meno che non vi sia un "lieto fine" dovuto alla pratica. La gestione degli interventi e delle "esperienze" è all'insegna di un moderato ma sostanziale trionfalismo, grazie al quale ciò che è degno di essere raccontato è il successo, il positivo, il realizzato, il tutto secondo una ottimistica buona fede assai diffusa e sentita anche "dalla base". Quando e se escono sentimenti e fatti divergenti, essi vengono appena possibile ripresi in mano da qualcuno con il polso necessario; questi cerca di isolare e circoscrivere l'accaduto, "incoraggia" il membro in crisi e lo convince a non raccontare più in pubblico i suoi patemi, perchè membri "più giovani nella fede" potrebbero scoraggiarsi...
Nonostante ciò, talvolta ho assistito a (e anche, a volte, contribuito a far nascere) momenti di autentico auto-aiuto reciproco, basati su una accettazione meno condizionata di sentimenti e bisogni, senza che vi fosse un'immediata normalizzazione, che poi però, magari in ritardo, è arrivata. Credo che la realizzazione di autentici gruppi di auto-aiuto sia un bisogno reale e condiviso da molti membri, che può talvolta anche essere esaudito, ma restando in un sostanziale quadro di necessario filtraggio statistico di ciò che viene espresso nei momenti collettivi. In termini più crudi, credo che anche il "bambino" abbia dovuto deglutire un certo po' po' di acqua sporca. D'altronde, a forza di essere accusato di voler "buttare il bambino con l'acqua sporca", mi sono invece convinto che la Gakkai non vuole proprio che si butti nemmeno l'acqua, che costituisce invece la "bevanda" di elezione per la sua solidità, e questo forse vale anche per molte altre realtà.

L'acqua sporca
Il filtraggio statistico agisce a due livelli e in due modalità:

a livello interpersonale (ne ho parlato nel precedente paragrafo)
a livello intrapersonale
in modalità "sottrazione di informazione" (il modello del pronostico)
in modalità "etichettamento e/o neutralizzazione"
Il filtraggio in modalità sottrazione è più spiccio e pulito, ma da solo non può far fronte a tutte le situazioni: possiamo "non accorgerci" per un po' che il tal membro non realizza un accidente di niente ed è sempre depresso, ma ad un certo punto c'è poco da filtrare. E' allora necessario un adeguato etichettamento: "non recita abbastanza", "è attaccato dal demone", "salta spesso Gongyo"... ah, beh, allora è tutto chiaro, si rianima il membro "giovane nella fede". Parlerò dell'etichettamento nel prossimo paragrafo.
Il livello intrapersonale ricalca il modello e le sue due modalità, ma interviene sul modo individuale di decodificare e strutturare la realtà; richiede quindi un livello di autoinganno più delicato, un etichettamento senza sfumature ma molto raffinato. Ma anche il profano può riuscire a fare qualcosa con alcuni semplici strumenti, vediamone un esempio.
Prendiamo... Anna, una persona "normale". Anna vive e lavora come tanti, e quindi, come tanti, (ad esempio) si incavola quando prende troppi semafori rossi andando al lavoro o non trova parcheggio e timbra in ritardo. Regaliamole un "talismano" che ha la virtù di agevolare la vita quotidiana, in termini, proprio, di semafori verdi e parcheggi. Occorre che Anna ci creda, o almeno che abbia voglia di crederci, quindi che abbia accumulato un certo stress e quel certo fare del tipo "capitano tutte a me". Del resto i pionieri dell'adescamento (o Shakubuku...) sanno bene come scegliere il momento!
E all'improvviso Anna farà qualcosa che non ha mai fatto: noterà i semafori verdi e le volte in cui ha trovato parcheggio prima. Numericamente, sono gli stessi di prima! Ma è cambiato il modo in cui Anna costruisce la "sua" realtà: prima "marca" i semafori rossi e i parcheggi mancati (e ricorda soprattutto quelli), dopo "marca" i verdi e i parcheggi al primo colpo, e, ricordando soprattuto questi, dichiara che il talismano funziona. Diciamo, per usare un termine di un pioniere dello studio dell'ottimismo, Martin Seligman, che ha cambiato "stile interpretativo" (sia pur con una tecnologia grossolana). Magari poi, oserà anche cercare parcheggio in quella zona dove prima nemmeno tentava "tanto là non c'è mai", e, invece trovandolo, rafforzerà la sua convinzione. E consiglierà il talismano agli amici, che ne trarranno il medesimo "beneficio"; meglio forse farebbe a leggere e a fare leggere: M. Seligman, Imparare l'ottimismo, Giunti 1996!
Ora, c'è forse qualcosa di male ad adottare uno stile esplicativo più funzionale ad un certo senso di benessere e controllo sulle situazioni? Assolutamente no, tanto che la psicologia, specialmente di marca USA, ne ha fatto uno dei maggiori oggetti di studio degli ultimi decenni. Il "male" è semmai cosa si "vende" e come: se il talismano costa 200.000 lire ed è solo uno stupido pezzo di plastica è una truffa, se è uno dei tanti libri sull'ottimismo, il self-empowerment, o magari solo questo modestissimo articolo, allora senz'altro è una vendita onesta e vale le 20-30.000 lire spese per l'acquisto.
Dopo decenni di radicale attaccamento al più assoluto obiettivismo ("sei sano se sei assolutamente sincero con te stesso"), le scienze psicologiche ammettono oggi che un certo grado di autoinganno può essere positivo per il benessere e l'efficacia personale, naturalmente se mantenuto entro limiti di realisticità e di sostanziale equilibrio (per una rassegna di ricerche, si veda S.E. Taylor, Illusioni, Giunti 1991).

L'etichettamento.

Incontrai John Blacking, musicologo e antropologo prematuramente scomparso, nel 1987 a Siena; durante un seminario, ad un interlocutore che, nel contraddirlo, affermava di basarsi sui "fatti", rispose con la sua calma ironica, precisa e appassionata: veramente, come antropologo, ho qualche difficoltà a parlare di fatti. Intendeva dire che non esistono tanto dei fatti oggettivamente incontrovertibili, quanto piuttosto il significato socialmente (ri)costruito di essi, o, per meglio dire, che i "fatti" e la loro lettura culturale costituiscono una unità inscindibile. Se ciò è vero a livello socio-culturale, è di conseguenza vero anche nella dimensione individuale di chi è cittadino di una certa cultura. Ciò è in larga misura un processo di integrazione spontaneo e in gran parte fuori della portata conscia dell'individuo; come per la lingua e ogni altro sistema socio-culturale, non esiste un codice unico e valido per tutti, quanto piuttosto ogni individuo è portatore di una sua "copia" personalizzata e in certa misura unica del codice culturale generale. Ad esempio, gli stili esplicativi differiscono da individuo a individuo, ma la gamma socialmente diffusa di tali stili è tipica di intere società, e se ci trasferissimo, ad esempio, in società dove il peso dato alla predestinazione è molto maggiore che nella nostra, troveremmo il segno di ciò anche nel modo in cui gli individui interpretano i fatti che li riguardano. L'etichettamento come tecnica di sottrazione di informazione è un metodo decisamente più pilotato e ingegneristico, che porta alle estreme conseguenze la frase di Blacking; parafrasandolo, potrei dire: come membro di una setta, non conosco dei fatti, ma solo l'interpretazione che il sistema di pensiero della setta ne dà. Ogni informazione non conforme al setta-pensiero deve venire eliminata o, appunto, etichettata in modo da neutralizzarla. Fortunatamente (per i mega-responsabili della setta) non tutto questo lavoro deve essere svolto da loro, al contrario: ogni singolo membro è di norma disposto a fare molto, moltissimo, per mantenere intatto il suo sistema di pensiero. Racconta M. Gazzaniga (vedi Il cervello sociale, Giunti, 1989) di una paziente con alcuni problemi psichiatrici che, nonostante fosse da mesi in un grande ospedale, era fermamente convinta di essere a casa sua. Ah sì, e quelli cosa sono? disse il medico indicandole i grossi ascensori; gli ascensori!, rispose lei, mi è costato una fortuna farli installare!. Il membro "medio" di una setta non arriva a tanto, ma opera spontaneamente ogni giorno aggiustamenti di questo genere per mantenere un certo livello di coerenza tra eventi e credo, e per riuscire a non dirsi "sono proprio diventato imbecille!".
Ci sono sistemi assolutamente tipici di ogni setta: ad esempio gli ex adepti sono per definizione inattendibili, accecati dall'odio, incapaci, fuori di testa, feccia umana, soppressivi, o quant'altro. Altri sistemi sono più delicati e adattati allo specifico mondo di una particolare organizzazione.
Allora, ci si potrebbe chiedere, che male c'è ad etichettare i fatti in un certo modo, se questo è un aspetto tipico di ogni collettività umana? Anche qui, come per le altre tecniche di gestione dell'informazione, è una questione di quantità e qualità, ossia di quante dissonanze cognitive si debbano gestire, e quali. A differenza che nella società "esterna", dove non vi sono particolari obblighi di etichettamento, e dunque dissonanze stridenti vengono ad un certo punto ricodificate in modo spontaneo dal "cervello sociale", nella setta ci possono talvolta essere contraddizioni potenzialmente esplosive che debbono rientrare però in un unico schema globale di pensiero, anche al prezzo di etichettamenti audacemente arzigogolati, in modo da garantire comunque la quadratura del cerchio. Ad esempio nella Gakkai, dato il peso conferito all'esaudimento dei desideri da parte del Gohonzon (l'oggetto di culto), occorre neutralizzare e ridefinire tutte le situazioni in cui i desideri non sono stati realizzati. Gli adepti e l'agiografia sostengono elegantemente che il Gohonzon esaudisce tutti (cioè il 100%) i desideri dei fedeli, e possono farlo perchè, per i casi in cui ciò non accade, si può dire che:
il desiderio era mal formulato: non era chiaro, era ambiguo, troppo grande, troppo piccolo, irraggiungibile... etc.etc.;
riguardano persone che praticano male, o poco, o da troppo poco;
riguardano persone di lunga fede che, "proprio per questo" sono duramente attaccate dal demone;
rappresentano l'ultima uscita del cattivo karma prima che il karma positivo creato dalla pratica si manifesti;
manifestano la "protezione" del Gohonzon verso l'adepto, il quale "non sa" che, se fosse soddisfatto ora il suo desiderio, ciò sarebbe in qualche modo nocivo per lui;
il praticante "non è pronto" per sostenere l'esaudimento del desiderio (vedi sopra);
il praticante non era "profondamente determinato", non "desiderava sinceramente;
il praticante "non ha agito", ossia non ha compiuto tutte le azioni necessarie per giungere al soddisfacimento
Il "dogma" per raggiungere i propri obiettivi recita infatti: è stabilire-pregare-agire. Dunque, se l'obiettivo è mancato, allora ci "deve" essere un difetto in uno dei tre dogmi, come si può vedere nei punti 1, 2, 7 e 8; se poi si ha assoluta certezza (difficile, però!) che il membro ha ben stabilito, pregato e agito, si possono sempre sollevare questioni karmiche (punto 4), demoniache (punto 3) o di "protezione" (punti 5 e 6), che essendo assolutamente indimostrabili, sono generalmente accettate come vere senza discussioni.
La "trinità" dei dogmi è, in definitiva, ben assortita, e, se non ci sono particolari problemi, nevrosi, etc., essa funziona davvero nell'aumentare il senso di auto-efficacia personale (nel senso di A. Bandura) incrementando le aspettative di successo e la mobilitazione delle risorse personali; in questo senso la pratica "funziona", indubbiamente, anche se i suoi benefici effetti non vanno in realtà oltre le normali, statistiche possibilità di un qualunque altro cittadino del mondo con un buon senso di auto-efficacia personale. In altri termini, tutto il bailamme di attività, recitazioni, meetings, proselitismo (pardon, Shakubuku) rappresenta un costo un pochino alto per il risultato che dà. Tanto più che ci sono anche... delle possibili controindicazioni.

Quando il "filtraggio" fa male?

Non era mia intenzione scrivere un articolo in stile Introvigne/Macioti, pompierando e minimizzando i vari aspetti distruttivi delle sette. Tuttavia quell'onestà intellettuale che i miei detrattori mi negano, ma che cerco tuttavia di mantenere mi obbligava a mettere in contatto tra loro due mondi: i recenti studi di ottimi accademici (per restare ai principali: Bandura, Seligman, Taylor) sull'influsso dell'autopercezione nella riuscita esistenziale di comuni esseri umani, da una parte, e le tecnologie di gestione dell'informazione all'interno delle sette del P.U. dall'altro. Finora ho dato maggiore peso ai punti di contatto e alle differenze, sia pur sottolineando che anche i benefici ottenuti da certe tecniche non valgono in definitiva il prezzo richiesto dalla militanza settaria in termini di energie, tempo, costi psicologici, ovvero, che analoghi benefici possono essere ottenuti con strumenti molto meno invasivi e onerosi.
Ma sarebbe ancora scorretto fermarsi qui, ad un mero calcolo di costi e benefici. Un ricordo personale in primo luogo me lo impedisce: nel corso di grossi meetings dove venivano raccontate molte "esperienze" (risultati positivi dovuti alla pratica) ho spesso raccolto da altri o provato io stesso una forte angoscia, un senso di schiacciamento e di fallimento che potrei sintetizzare cosè: Ecco, tutti qui realizzano cose fantastiche, e solo io non ci riesco; c'è qualcosa di sbagliato in me, non ce la faccio...è Sottrarre e/o filtrare le informazioni negative (in questo caso: l'esistenza nel gruppo di persone a cui le cose e/o i sentimenti vanno inesorabilmente male) può incoraggiare e spingere avanti, ma non di rado ottiene proprio l'effetto contrario, inculcando in persone sensibili sentimenti di fallimento, e anche di colpa piuttosto difficili da tollerare, anche perchè sono (e in certa misura devono essere) vissuti in una nera solitudine! è assai arduo, infatti, in un contesto "filtrante", esprimere serenamente sentimenti del genere; di solito ciò accadeva solo in un ambito duale, o di piccolissimo gruppo, in atmosfere insomma "confidenziali". Non mancavano sentimenti negativi complementari, come di essere delle prove viventi che la pratica non funziona sempre, e quindi avere la sensazione essere "ingombranti" per l'organizzazione, che dovrebbe "filtrarci" via... Ricordo che talvolta membri cronicamente "non realizzati" abbandonavano la pratica in assoluto silenzio, quasi "sparivano".
In linea più generale intendo dire questo: se la militanza in una setta del P.U. può dare alcuni vantaggi innegabili (sia pur a carissimo prezzo!) a persone con un buon ancoraggio alla realtà, e un sostanziale equilibrio, per coloro che hanno, al contrario, scarso ancoraggio alla realtà, tendenze depressive, autodistruttive, per non dire poi di nevrosi, o complicazioni psichiatriche, per tutti costoro il rischio di peggiorare fortemente le loro condizioni è alto. Per di più, si verifica un effetto contraddittorio e ingannatore: proprio costoro sono, almeno in una prima fase, quelli apparentemente più "baciati" dalle fantastiche fortune dovute alla pratica. Il che non deve stupire più di tanto: entrare in una organizzazione tipo Gakkai, per un nevrotico o un depresso significa ricevere una dose d'urto di una "terapia strategica" che ristruttura potentemente tutte le gestalt percettive della realtà e di se stessi, con effetti esaltanti, poichè il nevrotico e il depresso non chiedono di meglio che una chiave magica che li liberi come d'incanto da un maleficio che li attanaglia. Potremmo immaginare un "prima" e "dopo" la cura...

PRIMA e DOPO

Mi va tutto male!

Quando le cose vanno bene, è per caso.

Se vanno male, è colpa mia!

Se solo desidero qualcosa, non lo ottengo.

Sono sfortunato.

Non ho il controllo della mia vita.

Adesso mi andrà tutto bene.

Quando le cose vanno bene, è per la mia buona pratica. 

Se vanno male, è perché non ho praticato abbastanza

E a questo c'è rimedio! Praticare di più!

Se desidero sinceramente qualcosa, grazie alla pratica l'otterrò.

Grazie alla pratica accumulerò buona fortuna.

Ho il controllo della mia vita.

Non stupisce che, almeno all'inizio, un individuo che ha registrato uno shock di questo tipo sia entusiasta, appaia un vero "miracolato", diventi iper-adattato ai valori del gruppo, e zelantissimo nella pratica; praticare "molto e bene" è il suo modo di acquisire il controllo sulla sua vita, e non se lo farebbe sfuggire per nulla al mondo. Senonchè anche le sue aspettative saranno straordinariamente alte, e ben al di sopra delle reali possibilità di successo. E' armato, certo, di un incremento decisivo del suo senso di auto-efficacia, che gli aprirà porte finora chiuse; attraverso ciò apprenderà anche nuove gestalt di comportamento, supererà anche varie difficoltà che prima apparivano insormontabili. Ma la sua (scarsa) tolleranza alla frustrazione, e tutto il caos interiore che si portava dietro da prima sono rimasti invariati. Ha appreso parecchio, ma il suo grado di autonomia è rimasto basso quanto prima, aggravato da dissonanze cognitive da aggiustare, etichettamenti e meccanismi di difesa che lavorano a tutto ritmo fino a fargli perdere un po' il senso della realtà, e a sentirsi stanco, stanchissimo... egli è pronto ad incarnare alla perfezione il ruolo dello smiling unhappy, caratteristico di questi gruppi del P.U.

Dedicato ai lettori "membri"

Stai parlando di te stesso, e della tua storia! Non della mia, dunque parla per te e non generalizzare!...
Lo stai pensando, almeno un po'? Hai ragione, quando dici che parlo di me. Questa è anche la mia storia; per meglio dire, qui ho raccolto insieme esperienze mie e di altri. In ogni caso, dopo tre anni di percorso di autoconoscenza profondo, non ho paura a espormi in prima persona, a dire che quando sono entrato nella Gakkai ero in pessime condizioni psicologiche. Ma non starei certo qui a scrivere tutto ciò se non fossi consapevole che questa è anche la storia di tanti altri, e forse anche la tua, e che il materiale esperienziale e di studio da me raccolto ha uno spessore assolutamente non riducibile ad una "esperienza personale". Ridurlo a ciò è semplicemente un etichettamento. Soltanto l'ennesimo, e forse non il più grosso. Infatti, potresti anche etichettarmi come un nevrotico e un depresso, e in questo modo finiresti col dovermi dare ragione su un punto: che la pratica nella Soka non fa bene a chi non sta (psicologicamente) bene. Ma ammettendo questo, dovremmo dire allora che fa bene solo a chi ha già psicologicamente i mezzi per ottenere ciò che vuole. Cio in pratica lascia le cose così come stanno, e piove sul bagnato.
Ma non può piovere per sempre!
Fine
Franco Da Prato

mercoledì 14 settembre 2011

DISSONANZA COGNITIVA 2

Questo testo lo propongo così come l'ho trovato, in modo integrale, è dedicato a tutti coloro che sono timorosi, che sono dubbiosi, che pensano di poter essere in pericolo una volta che usciranno da una setta o da un gruppo spirituale, sappiate che tutto ciò che avete e pensate di aver conquistato in quei percorsi fasulli, era già dentro di voi, fa' parte della vostra natura, nessuno può toglierlo o darvelo. Quel senso di vuoto che si percepisce invece è dato solo da false emozioni, da falsi sentimenti che agiscono come droghe creando dipendenza. se vi riconoscerete in tutto od in parte ciò che è scritto, fate la cosa migliore per voi, andatevene da quella realtà. Domandatevi come mai persone "esterne" studiano questi fenomeni settari, perché la vera vostra salvezza è nella ricerca dei perché, nei vostri dubbi!

SIGNIFICATO NUOVO RIELABORAZIONE MENTEREALE
"DISSONANZA  COGNITIVA"

La ricerca psicologica ha dimostrato che se una qualsiasi di queste tre componenti cambia, le altre due si modificheranno per ridurre la dissonanza cognitiva. Quindi il controllo del comportamento, il controllo dei pensieri e il controllo delle emozioni sono gli strumenti che le sette distruttive utilizzano per manipolare mentalmente i loro adepti. A queste tre componenti Hassan aggiunge il controllo delle informazioni finalizzato a limitare le capacità di pensiero indipendente dall’individuo. Riporto di seguito gli schemi con cui Hassan illustra le modalità di controllo del comportamento, controllo dell’informazione, controllo del pensiero e controllo delle emozioni utilizzate dai culti distruttivi.

Il controllo del comportamento:
Regolazione della realtà fisica dell’individuo:
• dove, come e chi il membro vive e frequenta.
• che tipo di abbigliamento, colori, acconciatura indossa.
• che cibo mangia, beve, adotta e rifiuta.
• quanto tempo per dormire riesce ad avere.
• dipendenza finanziaria.
• poco o inesistente tempo libero per i piaceri, il divertimento, le vacanze.
2. Dedicare molto del proprio tempo a sedute di indottrinamento e rituali del gruppo;
3. Deve chiedere l’autorizzazione per decisioni importanti.
4. Deve riferire ai superiori, pensieri, sentimenti e attività.
5. Premi e punizioni (tecniche di modificazione comportamentale-positivo e negativo).
6. Individualismo scoraggiato: prevale il pensiero di gruppo.
7. Regole e regolamenti rigidi.
1. Il controllo delle informazioni:
Uso dell’inganno:
• trattenere deliberatamente informazioni.
• distorcere le informazioni per renderle più accettabili.
• palesi menzogne.
2. Scoraggiare o minimizzare fonti informative esterne al gruppo:
• libri, articoli, giornali, riviste,TV, radio.
• informazioni critiche.
• ex membri.
• mantenere i membri così occupati da non avere il tempo per pensare o per controllare personalmente.
3. Compartimentazione dell’informazione: dottrine per esterni, dottrine per interni:
• l’informazione non è liberamente accessibile.
• l’informazione varia a missioni e livelli diversi in un ambito piramidale.
4. Incoraggiare lo spiarsi a vicenda:
• riferire alla leadership pensieri, sentimenti e azioni devianti.
• comportamento individuale osservato dall’intero gruppo.
• la leadership decide chi “ ha bisogno di sapere “ cosa e quando.

5. Uso estensivo di informazioni e propaganda auto-generate:
• bollettini, riviste, pubblicazioni, audiocassette, videocassette ed altri mezzi.
• citazioni erronee, affermazioni di fonti esterne presentate fuori contesto.
6. Uso immorale della confessione:
• “ peccati “ usati per abolire i confini dell’identità.
• il passato usato per manipolare e controllare; nessun perdono o assoluzione.
7. Bisogno di obbedienza e indipendenza.
Controllo del pensiero:
1. Si deve interiorizzare la dottrina del gruppo come “ Verità “.
• adottare la mappa della realtà del gruppo come “ Realtà “ (mappa=realtà).
• pensiero in bianco- e- nero.
• bene contro male.
• noi contro loro (interni contro esterni).
2. Utilizzo del linguaggio caricato (ad esempio, “ clichè blocca-pensiero). Le parole sono gli strumenti che usiamo per pensare. Questo “ linguaggio “ speciale limita invece che espandere la comprensione, e può addirittura bloccare il pensiero in generale, serve a ridurre la complessità dell’esperienza in poche parole banali e piatte;
3. Vengono incoraggiati soltanto pensieri “ buoni “ e “ appropriati “.
4. Utilizzo di tecniche ipnotiche per indurre stati mentali alterati.
5. Manipolazione dei ricordi, si inculcano falsi ricordi.
6. Uso di tecniche blocca-pensiero per impedire il “ test della realtà “ bloccando i pensieri “ negativi “, e permettendo soltanto pensieri “ positivi “ .
• negazione, razionalizzazione, giustificazione, illusione.
• litanie
• preghiere
• parlare in gergo
• cantare o mormorare
7. Rifiuto dell’analisi razionale, del pensiero critico, della critica costruttiva. Nessuna domanda critica sul leader, dottrina o politica sembra essere legittima.
8. Nessun sistema di credenze alternativo è considerato legittimo, buono o utile.
Controllo emotivo:
1. Manipolare e restringere la portata dei sentimenti.
2. Fare in modo che la persona pensi che se esistono problemi è sempre colpa sua, mai del leader o del gruppo.
3. Uso eccessivo del senso di colpa:
A. colpa per l’identità
• chi sei (non stai vivendo secondo il tuo potenziale)
• il vostro passato
• le persone che frequentate
• i vostri pensieri, sentimenti, azioni.
B. colpa sociale
C. colpa storica
4. Uso eccessivo della paura:
A. paura di pensare
B. paura del mondo esterno
C. paura dei nemici
D. paura di perdere la propria salvezza
E. paura di lasciare il gruppo o di essere cacciato dal gruppo
F. paura della disapprovazione
5. Picchi emotivi eccessivi verso l’alto o il basso.
6. Rituali e frequenti confessioni pubbliche dei peccati.
7. Indottrinamento alla fobia: inculcare paure irrazionali sull’uscita dal gruppo o addirittura sulla critica all’autorità del leader. La persona soggetta a controllo mentale non riesce a visualizzare un futuro positivo e soddisfacente fuori dal gruppo:
A. nessuna felicità o appagamento fuori dal gruppo
B. se ve ne andate subirete conseguenze terribili: suicidio, pazzia, 10.000 reincarnazione, ecc.
C. evitare chi se n’è andato; paura di essere rifiutato da amici, famiglia
D. non esiste mai una ragione legittima per andarsene.
Secondo il punto di vista del gruppo chi se ne va è “debole”, “indisciplinato”, “non spirituale”, “terreno”, “plagiato da famiglia o assistenti” o “sedotto da denaro, sesso, rock and roll”.
CREAZIONE DELL’ IDENTITA’ SETTARIA - Il controllo del comportamento, dell’informazione, del pensiero, e delle emozioni, scrive Hassan, hanno ciascuno in sé il potenziale per alterare in modo significativo l’identità della persona ma quando queste quattro forme di controllo vengono utilizzate insieme l’effetto è molto più estremo. Le sette, manipolano in modo consistente gli elementi che formano l’identità individuale e il controllo mentale settario, dissocia la persona dalla sua identità autentica, e rende la sua nuova identità settaria dipendente dal gruppo. Dal punto do vista della salute mentale, il controllo mentale settario scomponigli elementi della psiche individuale in un’altra personalità distinta e l’adepto arriva a mostrare la sintomatologia classico di un “disordine dissociativo”. E’ per questo che le famiglie dell’edepto e i suoi amici rimangono colpiti e preoccupati dal cambiamento radicale della personalità del loro caro tanto da stentare a riconoscerlo: per diventare un buon adepto è stato indottrinato a manipolare e sopprimere il vecchio sé. Per facilitare questo processo gli è stato affidato un nome nuovo, abbigliamento nuovo, nuova acconciatura, un nuovo modo di parlare, una nuova “famiglia”, nuovi “amici”, nuovi pensieri, nuove emozioni, e una nuova relazione con Dio. L’adepto, spiega Hassan, perde così qualsiasi punto di contatto con la sua realtà familiare e sociale, e comincia ad operare con criteri della nuova identità settaria, con cui sarà difficile entrare in contatto con gli usuali punti di vista validi per la maggior parte delle persone perché l’uso di tecniche di controllo mentale distruttivo lede la possibilità di qualunque condivisione con chi non appartiene all’universo circoscritto della setta. Per entrare ancora più nello specifico della creazione dell’identità settaria Hassan ci fa sapere che il metodo più comune per modellare l’identità settaria è accoppiare un nuovo membro con uno anziano. Il nuovo membro, definito “bambino spirituale”, viene istruito a imitare in tutto e per tutto il “genitore spirituale” fino ad arrivare ad imitarlo anche nella voce. La finalità è quella di creare tanti cloni del leader. In pratica, possiamo dire che l’adepto sottoposto a manipolazione mentale cade in un profondo stato regressivo ed inizia ad attivare, come il bambino piccolo con i genitori dai quali è in tutto e per tutto dipendente, meccanismi imitativi che lo portano a voler pensare come il leader, ad agire come lui, a sentire come lui, a parlare come lui, a camminare come lui. Hassan nella sua analisi dei processi di manipolazione mentale riprende il lavoro di Edgan Shein, “Coercive Persuasion”, tutti e due si rifanno al modello di riforma del pensiero di Kurt Lewin che descrive il processo di controllo mentale suddividendolo in tre fasi:
Scongelamento: il processo di scomposizione della persona.
A. disorientamento/confusione
B. privazione sensoriale e/o sovraccarico sensoriale
C. manipolazione fisiologica
• privazione del sonno
• privazione della privacy
• cambiamento di dieta
D. ipnosi
• regressione
• visualizzazione
• raccontare leggende e metafore
• doppi sensi linguistici, uso della suggestione
• meditazione, litanie, preghiere, canti
E. portare la persona a criticare la propria identità
F. ridefinizione del passato individuale (inculcare falsi ricordi, dimenticare i ricordi positivi del passato).
2. Cambiamento: il processo di indottrinamento.
A. creazione ed imposizione graduale di una nuova “identità”
• formalmente con sedute di indottrinamento
• informalmente da membri, nastri, libri, ecc.
B. uso di tecniche di modificazione comportamentale
• premi e punizioni• uso di tecniche blocca-pensiero
• controllo dell’ambienteC. manipolazione mistica
D. uso di tecniche ipnotiche o che alterano la mente in altro modo
• ripetizione, monotonia, ritmo
• uso eccessivo di litanie, preghiere, ordini, visualizzazioni
E. uso di confessioni e testimonianze, studi individuali, attività di gruppo
3. Ricongelamento: il processo di consolidamento della nuova identità.
A. consolidamento della nuova identità, abbandono della vecchia
• separazione del passato, diminuzione o eliminazione dei contatti con famiglia e amici
• rinuncia a beni importanti e donazione del patrimonio
• inizio di attività della setta: reclutamento, raccolta di fondi, trasferimento e convivenza con altri membri
B. nuovo nome, nuovo abbigliamento, nuova acconciatura, nuovo linguaggio, nuova “famiglia”
C. l’indottrinamento continua: seminari, corsi, ritiri.
Nella fase dello “scongelamento”, quindi la propria identità inizia a sciogliersi, a liquefarsi, questo accade nella fase del reclutamento. Durante il cosiddetto “indottrinamento” inizia ad avvenire il cambiamento che poi porta al “ricongelamento” nella nuova identità settaria. Aiutare una persona che è stata manipolata mentalmente significa quindi dover sciogliere il falso sé strutturatosi attraverso la manipolazione e lavorare attraverso un viaggio nella memoria alla riscoperta del sé più autentico che nessun culto distruttivo, per quanto potente, può cancellare del tutto.
a cura di: Ciarafoni Ilaria
BIBLIOGRAFIA “Sette Sataniche” (Vincenzo Mastronardi, Ruben De luca, Moreno Fiori) - “Mentalmente liberi” - “Come uscire da una setta” (Steven Hassan) - “Il lavaggio del cervello: realtà o mito?” (Massimo Introvigne) - “Le sette di Satana” - “Cronache dall’inferno” (Mario Spezi)
fonte: http://www.cepic-psicologia.it
Franco Da Prato

martedì 13 settembre 2011

Tutto quello a cui non avete seriamente pensato, ed oggi ne siete complici parte 4


Come difendere quegli aspetti che nella società avete sempre odiato!

Ovvero il manuale dei perché prima di entrare nella comunità:

Associazione Federazione Damanhur



3 al terzo punto i figli l'educazione seconda parte!
Così si ripropone con la complicità dei suoi adepti, antiche formule rituali, metodi educazionali innovativi, ma sempre sperimentali e soprattutto sulla pelle degl'altri. Ricordate bene tutti, la sperimentazione, che si fa' di solito in questo tipo di comunità, qualunque essa sia è sempre eseguita sulla pelle altrui, poi se funziona anche su quella dei capetti, ma ti fanno credere il contrario. Quindi il battesimo cattolico aspramente criticato dalla comunità diviene non un rituale unico ma una serie di rituali svolti dai bambini fin dalla più tenera età, comunque non consapevoli, di nuovo tutto ciò che viene criticato all'esterno si applica senza remore, comunque nella comunità. Maggior rilievo se queste linee di pensiero sono emanate dal Capo Spirituale, allora proprio è un dono divino, o forse solo di vino. Chi ne fa' le spese però sono sempre gli altri, gli innocenti in questo caso, coloro che sono nati in quel contesto e che non conoscono la differenza. Ma i genitori, però la differenza l'hanno potuta godere perché quella che chiamo differenza è in realtà una esperienza e come tale utile alla propria evoluzione o crescita. I figli degli adepti di quella comunità, fanno partecipare i figli ai rituali dei solstizi e degli equinozi e si sa i bambini non stanno fermi si lamentano, debbono fare i bisognini, tutte cose che le mamme della comunità forse non si rendono conto nella speranza che l'anima dei propri pargoli venga illuminata da non si sa bene quale divinità, tanto che la scuola di meditazione è dovuta intervenire in quanto le continue interruzioni non erano in linea col rito che doveva essere svolto. I figlioletti sono trascinati anche alle pallosissime serate indette dall'Oberto, dove invece che riscuotere conoscenza o ti assopisci o ti viene il mal testa a fuori di ascoltare quella immane quantità di stupidaggini. Perché se non ci vai, non sei allineato con il pensiero dei damanhur e non sei visto di buon occhio. Ma anche quì i bambini fanno il loro mestiere, cioè quello di bambini che anche in questo contesto stona. A ben vedere questa comunità non sembra nata per accogliere bambini è un percorso per soli adulti, i bambini come citato nel sito dell'associazione damanhur education "sono individui". Non sono ben accettati nei riti, non sono ben accettati nelle riunioni o nelle serate di meditazione, non sono ben accettati nei nuclei, non sono assolutamente richiesti nei templi, ma allora dove debbono stare? Dato che la gran parte dei genitori è occupata fino a tarda ora, qualche genitore moderno a pensato bene di proporre il suo stile di vita al proprio pargolo, così ho personalmente assistito a pappe ad orari proibiti e nanne a notte inoltrata con conseguenti stravolgimenti caratteriali e emotivi, questa è linea libertina della educazione che pensano di dare alle nuove generazioni autoctone dei damanhur, che Dio li assista!
Poi c'è l'età della frequentazione della scuola, asilo, elementare e medie, sicuramente un' insieme di stimoli importanti, con viaggi e campi scuola nei boschi, ma anche insegnamento della lingua sacra, della danza sacra, dei principi dei damanhur. Quindi si critica la scuola statale perché inculca nozioni di parte e quella dei damanhur allora? Tuttavia quando ci soffermiamo a discutere sistemi di parte si rischia di cadere nel classico aspetto dello sfogo, della rabbia che ci ghermisce dall'allontanamento da quella realtà, dalla privazione dei sentimenti di amore, amicizia, che in quella comunità sembrano una esclusiva. Non è così, portare alla luce tutti gli aspetti, significa realmente mettersi in gioco, lasciare occultati motivazioni o brutte esperienze è sempre controproducente, perché per uno strano sistema naturale, quella che viene definita verità prima o poi si palesa in tutta la sua potenza e non si perde ad interpretazioni di parte. Pensare che una micro realtà come la comunità dei damanhur possa rappresentare un'esempio di socialità per l'intera umanità è lo specchio che compone ogni personalità dei membri di damanhur, cioè la totale presunzione. 
Ad un certo punto della tua esistenza, dopo che hai condiviso fin dalla più tenera età ogni sorta di disagio, vagabondando da un nucleo ad un'altro, conoscendo una moltitudine di persone che normalmente non ne avresti avuto neanche la necessità, raggiungi la tua maggior età, e qual'è il bel regalo che i tuoi genitori possono farti? Una macchina? Una vacanza premio? Il vestito che hai sempre desiderato? Forse i tuoi genitori possono permettersi anche di regalarti tutto questo, oppure nulla per le scarse risorse economiche. Certamente sarai convocata/o dai Re Guida della comunità e dopo avere discusso le tue future scelte ti verrà richiesto di lasciare la comunità se decidi di non aderire a quella realtà! Ma avete letto bene? Se avete un figlio che frequenta la Scuola Familiare dei damanhur, pensateci un momento e ricordatevi che i bambini si trasmettono ogni sorta di informazione senza alcun tipo di censura. Sappiate che non tutti i genitori di quella comunità hanno possibilità economiche per mantenere i propri figli in una altra casa, che cosa accadrà a loro?
Di prossima pubblicazione l'albero genealogico della comunità Associazione Federazione Damanhur, non sarà precisissima, ma serve principalmente a dare una diversa prospettiva a coloro che non conoscono questa curiosa realtà, non è un giudizio sulle persone, ma solo uno strumento che desidero offrire a coloro che hanno il coraggio di capire, di confrontare, che possiedono il dono del dubbio e desiderano osservare i fatti da più punti di vista. Coloro invece che si accontentano della carità di una dose di emozione, di qualche sentimento per giustificare ogni azione, magari è bene che non legga più questo Blog, perché se mai continuerà a produrre questo materiale, in futuro ciò che potrebbe essere messo in luce sarebbe di forte imbarazzo per i capetti, ma questa linea mi riservo di intraprenderla a mia esclusiva volontà. 
Franco Da Prato

lunedì 12 settembre 2011

Tutto quello a cui non avete seriamente pensato, ed oggi ne siete complici parte 3


Come difendere quegli aspetti che nella società avete sempre odiato!

Ovvero il manuale dei perché prima di entrare nella comunità:

Associazione Federazione Damanhur




3 al terzo punto i figli e l'educazione, ahi, ahi, ahi, mi fanno male i polpastrelli mentre scrivo è un argomento molto scottante. La scuola dei Damanhur si è arricchita di qualche riconoscimento più o meno pomposo, ma che ad un attento esame, si concentra solo su alcuni aspetti della educazione e non nella sua globalità. E sì, anche in questo caso la realtà batte la fantasia, ed è difficile accettare tout court certi aspetti. Ma è la verità! Se non ci credete, andate a visitare la loro scuola, chiedete ai damanhur se ciò che scrivo è falso oppure no, poi possiamo anche confrontarci. Anche in questo caso anni di lotte per togliere il crocefisso dalle aule e l'ora di religione nelle scuole pubbliche per poi accettare incondizionatamente la linea educativa dei damanhur, i cui fini sono sempre diversi da ciò che raccontano al pubblico, perché per conoscere certi aspetti chiamiamoli occulti, bisogna averli vissuti in prima persona. E' per questo motivo che sono accettati pochi bimbi di famiglie che non appartengono alla comunità perché il modello di educazione che viene inculcato è quello della scuola di meditazione dei damanhur. Ma cosa dici, sei il solito che sparla! Verificatelo voi stessi! Siete indignati con la società perché impone la propria cultura, siete indignati con il cattolicesimo perché vi obbliga al battesimo quando ancora non siete coscienti, ma nella associazione federazione Damanhur è peggio, molto peggio e adesso vi racconto per filo e per segno cosa accade da prima del concepimento alla raggiunta maggiore età del pargolo, data fatidica in cui sarai calorosamente invitato a restare, oppure ad andartene dalla comunità. Mettetevi comodi! Ecco che sommersi dalla esaltazione, per le loro sempre superlative conquiste i damanhur si propongono al mondo intero con una serie di argomenti che in fondo toccano i sentimenti più semplici di ognuno di noi, quelli che coinvolgono direttamente il cuore, che ci rendono fragili e speranzosi e non ha caso i progettisti di questa curiosa realtà ne sono ben a conoscenza tra loro ci sono avvocati, medici, ipno terapeuti, psicologi, tutti attentamente manovrati dal grande direttore d'orchestra Airaudi. Il mondo incantato della maternità, dell'infanzia, della educazione scolastica, sono ormai sotto i riflettori, i riconoscimenti "patacca" servono solo a confondere la realtà di una tradizione, che di per se' potrebbe essere anche curiosa, ma dato che certe verità prive di ogni di ogni seria sperimentazione sarebbero troppo forti per l'opinione pubblica, si cerca di mascherarle adeguatamente, per distogliere l'attenzione, così nessuno chiede, oltre quello che neanche lontanamente potrebbe immaginare ma che dovrebbe invece conoscere dato che affida a questi elementi i propri figli. Qui inizia la storiella, prima di tutto è impensabile che tu possa già aver ingravidato la tua compagna, perchè altrimenti perdi ogni sostegno economico comunitario alla faccia della condivisione e della tolleranza, questa regola come tutte le regole ferree vale solo per il populino, per i capetti no. Chissà qual'è il punto di vista del sedicente avvocato dei damanhur tale Cormorano Sicomoro, paladino delle libertà! Se andate nella comunità dei damanhur, chiedeteglielo. Chiedeteglielo anche all'Oberto il Capo Carismatico, se i suoi genitori hanno fatto richiesta alle divinità per metterlo al mondo, e chiedetelo anche a tutti i capetti vari se hanno usato quei metodi anche i loro genitori. Sarebbe proprio interessante conoscere il punto di vista di ogni genitore, di questi sedicenti costruttori di civiltà, ma non potremo mai saperlo, perchè la stragrande maggioranza di loro ne è all'oscuro, ed i loro cari figlioletti fanno carte false per tacere su certi aspetti, il rischio è quello di trovarsi da un giorno all'altro col culo per terra come è successo a me per motivi simili, quando metti allo scoperto i fatti scomodi non tutti sono sempre disposti a condividerli. Quindi questa eccellente formazione dei figli dei damanhur prevede una costante omertà verso i propri genitori e una assurda complicità col loro capo carismatico, Airaudi per educare secondo schemi ancestrali i propri figli. Solo che per la regola coniata credo proprio dall'Airaudi “E' vero ciò che funziona” ce da domandarsi perché si insista ancora su certi schemi, nonostante i rari successi sbandierati sul sito della scuola e quello della Associazione Federazione Damanhur, ed invece non si parla mai anche di tutti i fallimenti educativi di quei figli che al fondo di questo articolo vi farò conoscere, attraverso una mappa, una sorta di albero genealogico, dove sempre più spesso i figli possiedono due o più madri oppure più padri, ovvero genitori palesi ed occulti, sballottati da una casa all'altra costretti a fare nuove conoscenze e subire situazioni per le scelte dei loro genitori, che non hanno però avuto gli stessi disagi nella loro crescita. Il percorso o se vogliamo la pantomima, ha inizio per la coppia di adepti con una richiesta ufficiale sia al Reggente (Una volta, Caponucleo, adesso questa figura ufficialmente non c'è più, ufficiosamente ha un altro nome) che poi è colui che dirige il gruppo familiare, come una sorta di capo tribù. Questa curiosa usanza, è in auge solo tra i cittadini residenti della comunità, dopo aver preparato la relazione di richiesta di procreare un figlio ed averne discusso ascoltando i pareri di ogni membro della famiglia, (questo significa che se i “familiari” non condividono la scelta, o cambi famiglia, o te ne vai dalla comunità, o resti senza figli) la si inoltra per conoscenza alle Guide i Capi assoluti dell'aspetto sociale della comunità dei damanhur ed ha una sorta di gruppo di persone tra le quali almeno un tempo ne faceva parte una certa Iride Pistacchio che col sorriso invitava le coppie in una sorta di meeting, richiedendo i motivi di tale scelta. Insomma se il prete ti chiede prima del matrimonio un percorso per verificare le reali intenzioni della coppia è un sopruso, ma se dai damanhur ti richiedono la stessa cosa per i figli va tutto bene. Io non capisco forse sono un poco tardo, ma quel genere di discussione una volta poteva avvenire, confrontandosi coi genitori ed i suoceri della coppia, non certo con una presunta psicologa, ma mi chiedo ed ha me a sempre dato fastidio, una persona che non ha figli come questa Iride Pistacchio della quale non si conosce neanche esattamente la sua professione, che non l'ho mai vista in dolce compagnia di un uomo, come può chiedere e dare consigli ad altri, di esperienze non vissute? Questo sedicente gruppo era composto all'epoca da persone che non avevano avuto figli, ma che la loro presunzione o frustrazione indicava come le migliori guide per il nascituro. E curiosamente lo stesso vale per la scuola familiare dei damanhur, nessuno del corpo insegnanti ha mai avuto figli, forse ultimamente c'è una persona, ma il figlio non vive con lei. Che sia più una necessità intima di compensare la mancanza di figli naturali, tra i damanhur? Chi lo sa'! Le tresche tra gli insegnanti non mancano certo, ed i ragazzi col loro spiccato senso di malizia se ne accorgono ed una volta lo hanno anche pubblicato sul giornale Qdq della comunità, in occasione di una ricorrenza, forse della promozione alle scuole superiori. Ma procediamo con il metodo damanhur, il gruppo ti indica passo passo i vari compiti da svolgere ed i riti cui partecipare. Si confeziona il bimbo prima della nascita, con tutte le caratteristiche che si desiderano facciano parte del figlio, non sto a raccontarvi i dettagli perché è veramente tedioso, chiedetelo a loro. Tutta la documentazione finisce ad Airaudi, il quale studierà le migliori condizioni astrologiche in cui è meglio far nascere il bimbo. Terminati gli incontri, avvallate le richieste poi c'è da compiere l'atto sessuale per il concepimento che richiederà impegno se hai già una certa età. Il tempo passa, e può accadere che per varie necessità si cambi famiglia e quindi venga ridiscussa la questione. Se tutto è andato per il verso giusto si procederà con una serie di tecniche preparto cui le famose ostetriche dei damanhur sono a conoscenza, chiedete questo a loro direttamente. Nasce il pupo o la pupa ma non può essere battezzato in horus, prima bisogna far risvegliare attraverso una serie di riti, condotti sia di genitori che dai padrini, e ad un certo punto anche con la partecipazione attiva del nascituro le memorie dell'anima richiamata nel corpo del nascituro, un poco come avviene col Dalai Lama. Guai a sgarrare, se si salta o si ritarda un rito, le ore di punizione ti faranno rimpiangere di essere genitore o padrino, con la magia non si scherza, secondo loro. E siamo solo all'inizio! Siete stanchi? Spero di no, ma questo articolo è molto importante e desidero fornirvi la testimonianza dal mio punto di vista quello cioè di quando ero un cittadino effettivo dei damanhur, ma dato che sembra dilungarsi oltremodo lo dividerò in più parti. Alla Prossima.
Ogni scarafone è bello a mamma soia! 
Franco Da Prato