lunedì 20 giugno 2011

Ai confini della realtà, atto II°

La paura di perdere qualcosa è l'elemento scatenante di questa incoscienza, noi nasciamo nudi, in tutti i sensi, ed abitiamo un corpo che crescerà, invecchierà e morirà in breve tempo, cioè cesserà di funzionare, come l'auto, la lavatrice, il telefonino, gli unici che saranno felici della nostra morte saranno i vermi che banchetteranno con le nostre carni ancora una volta nude. All'improvviso più nulla ti appartiene, e se non stai attento, anche l'anima può esserti tolta. Un essere umano che è tuo fratello (o sorella ovviamente), non per appartenenza ad una ideologia, ma per retaggio di specie, non dovrebbe mai comportarsi usando modalità di parte o di branco, perchè legittimati da persone al di sopra ancora più stupide. In questi atteggiamenti ci sono gli estremi per considerare anche ipotesi di razzismo. Questo accade nei gruppi che si formano e che di norma si isolano dalle società più complesse, non perchè è richiesta la solitudine per meditare ma perchè impedisce di fatto che i panni sporchi escano alla luce (meglio lavarli in casa propria) ciò non potrebbe mai accadere nei pressi di città articolate, con le loro norme, la propria storia, non trovate sia curiosa questa situazione? Eppure l'Italia è piena di importanti città magiche, che necessità c'è di creare altri ambientazioni, penso di avervi già dato la risposta. Torniamo al razzismo, solo perchè non condivido la tua ideologia, non ho diritto alla considerazione, alla soddisfazione delle mie libertà alla preservazione della mia dignità? Mi ci sono trovato anch'io in certe situazioni, cioè a togliere il saluto, il rispetto, la dignità a persone che avevano lasciato prima di me il gruppo, è una coercizione, una oppressione psicologica che non lascia intravedere niente di umano, di “spirituale”. Nel tempo resta solo un filo di amarezza, non ho neanche il coraggio di incontrarli per fargli le mie scuse, mi vergogno come un ladro. Ladro dell'altrui dignità. Non c'è coraggio, ne' lealtà in un branco, solo gerarchia. Per fortuna qualcuno sfugge, ma sono solo quelli che stanno alla periferia, che non avranno mai un futuro, che hanno fatto una scelta col cuore, non con la pancia. “Beati gli ultimi, gli umili perchè ha loro è riservato il paradiso (o regno dei cieli)” il senso di questa frase non è letterale, bensì indica una presa di coscienza intima, che influirà positivamente nella propria vita, trasformandola in un “Paradiso”, un luogo di armistizio dove gli opposti si uniscono, perchè con il cuore si sceglie la libertà, con la pancia la schiavitù, ovviamente o usato due organi del corpo solo per esporre questa teoria, cuore e pancia sono i migliori amici dell'uomo. Ed all'unisono trasformano le energie.
Talvolta possedere il dono della chiaroveggenza (vedere in chiaro) mostra l'effettiva natura delle persone, al di là delle mascherine sociali di legittimazione del ruolo. Entrare a far parte di un branco o di un gruppo, significa a livello psicologico sottomettersi, uniformarsi al pensiero comune. E' esattamente il contrario della evoluzione. Il branco per definizione si sviluppa all'interno di gruppi consolidati, spesso molto articolati è uno stato nello stato (ancora niente di nuovo nel pensiero spirituale) serve per cammuffarsi meglio, le azioni e gli obbiettivi del branco spesso si sovrappongono, talvolta li percepisci appena solo dai risultati a cosa fatta. Analizzando meglio il fenomeno, le persone che creano questi branchi, possiedono probabilmente, disfunzioni o dipendenze psicologiche, la loro sete di potere di protagonismo, l'eccentricità proposta ad oltranza, sposta la direzione mentale e “spirituale”. Lo si evince dai patinati fogli dei volantini di propaganda dove appaiono bei visi, corpi accattivanti, sorrisi spensierati e luoghi ordinati e puliti è l'abito della domenica. In certi gruppi non esistono affatto le persone “brutte” quelle poco fotogeniche. Perchè il pensiero dei media ci dice che chi persegue un' obbiettivo “spirituale” è bello, ha i denti bianchi e sorride sempre, ma questa è l'icona cattolica degli angeli?! Il pensiero, il sogno, non sono argomenti che necessitano di confini, si possono condividere in gruppo, ma non per tutta la vita, perchè l'uomo e la donna hanno esigenze personali (assolutamente legittime, si chiama natura) che richiedono legittime soddisfazioni, ma se questo viene interpretato come un impedimento, un rallentamento dei progetti comuni, allora dobbiamo prima chiederci intimamente se stiamo facendo una scelta di pancia o di cuore. Se la propria nascita su questo pianeta, deve essere una espiazione per la vita dopo la morte o se è un diritto soddisfare i piaceri che la vita offre. E' vero che siamo in balia di tempeste ormonali, ma nessuno si prende la responsabilità di dirti il perchè accade, e come gestire queste sensazioni, perchè fa sempre comodo creare necessità da soddisfare, è una forma di potere occulto, ed anche una risorsa economica, se tutti sapessero, molti sarebbero disoccupati. Lavorare non piace a tutti e qualcuno s'inventa nuove professionalità. Un'obbiettivo comune dichiarato non consente a tutti, le stesse opportunità, quindi non siamo nel campo della condivisione e nemmeno della “spiritualità”. Se le opportunità sono condivise soltanto da chi sta ai vertici e dai loro sostenitori, allora non è meritocrazia, è clientelismo. E' un semplice sistema di dare significati diversi alle cose, è per questo motivo che in esoterismo la nostra realtà è illusione di maia. Noi tutti per natura, pensiamo di acquisire dei diritti alla nascita, e cioè ci sentiamo degli eletti, degli speciali, che di fatto lo siamo, ma solo per i burattinai, che col tempo ci suggeriscono cosa fare e cosa no. L'uomo che tanto viene raccontato ed esaltato nei miti, non vive in branco è un uomo libero l'Eroe è solitario per definizione, l'eroe è contrario alla sottomissione e all'autorità, (vedi Achille) non si sottomette a nessuno, condivide solo le sue esperienze con chi incontra nel suo percorso ed ha voglia di ascoltarlo.
Bisogna avere le spalle molto grandi, per sostenere questi atteggiamenti vigliacchi ed irresponsabili, per fortuna io ce l'ho! La vita che ho vissuto non mi ha regalato niente, (ma è più coerente dire non mi sono mai regalato niente) a parte quella forza intima che ha superato e supera tutte le avversità, il regalo più bello che possiedo, l'amore per me stesso, che non significa affatto egoismo, è la capacità riconoscersi intimamente e non esiste gruppo, società, ordinamento o quant'altro di esterno a te stesso, che può togliermela, è una parte di me stesso.
Ma torniamo al mobbing, le persone che applicano questo sistema nella loro vita, in qualsiasi contesto sia, lo fanno perchè sono impotenti, non riescono ad esprimere il loro potere se non attraverso la vessazione altrui. Il problema successivo è la permalosità e la formalità nei rapporti. Guai a contrariare qualcuno legittimato, pena la tua annullazione, anche se l'evidenza è così evidente che non servirebbe neanche una prova documentale fotografica. Ma è lo stile del capetto, negare l'evidenza ad ogni costo, perchè ci sono sempre delle motivazioni occulte, che appartengono a qualcosa di superiore, qualcosa che non può essere svelata ai più, Mhà! Io sono un Capetto perchè sono stato eletto da qualcuno più capetto di me, e non debbo condividere la tua opinione, è così e basta!
Questa è formalmente l'espressione condivisa nei gruppi di qualsiasi natura, io obbedisco e mi sottometto a questo sistema perchè desidero poi essere io un capetto, io mi sottometto a questa regola perchè lo fanno tutti, allora la regola è giusta. L' assunto opposto è “La regola è giusta perchè è condivisa da tutti” e la successiva elaborazione diventa legge di legittimazione: “E' una regola giusta, condivisa da tutti!”. Se in altri articoli ho accennato alla periferia della “spiritualità” qui siamo proprio in un altro pianeta. Comunque ricordate sempre, l'ipnosi non esiste, tutto è ipnosi!
Fine.

Ai confini della realtà, atto I°

Olimpo, Solstizio d'estate.

Fratelli, ascoltate” Una voce profonda interrompe il silenzio.
Fratelli, il nemico è nuovamente tra noi!” “Dobbiamo difenderci” continua,
Altrimenti, sarà la fine!” di nuovo un profondo silenzio.
Preghiamo, perché questo evento non debba mai più
accadere, preghiamo, tutti

Italia anno 2011, una penosa storia di anime sensibili, che vedono allontanarsi, nel tempo tante e tante persone, mogli, mariti, figli, amici. Persone con le quali hai condiviso, intensi momenti di intimità. Forse si sentono traditi, forse, il solito gruppetto degli stupidi (quelli che occupano i posti di potere, i capetti occulti, le SS, che sta per Stupidità Spirituale) li hanno redarguiti, e non debbono più rivolgergli il saluto o la parola. Ecco, questa è la rappresentazione di ciò che accade quando un membro lascia una comunità, perché di opinione diversa. Entri in un gruppo, convinto di poter salvare il mondo, sei il “giusto” quello dalla parte dei buoni, poi cambi idea, decidi di mollare tutto, non è importante il motivo, te ne vai. Da quel preciso momento, sei il nemico, un terzo delle persone che frequentavi improvvisamente ti toglie il saluto, evita lo sguardo, un terzo (i capò o capetti) continuano ha salutarti come sempre, con quella patina di sufficienza ed ostentata superiorità, soprattutto per dovere istituzionale, un terzo è combattuto, perché magari una amicizia non la puoi cancellare così da un momento all'altro, ma perderanno presto la battaglia, perché in fondo, non li biasimo, per loro è importante mantenere le proprie scelte ed in un contesto dove ho sei amico o sei il nemico, la scelta (duale) è sopravvivenza. E' proprio vero, Dividi et impera, ma qui la “spiritualità” è finita proprio sotto le scarpe ha qualcuno. Qui il ricatto morale, la dignità umana, non è diversa da qualsiasi altro contesto sociale, neanche nei sorrisi. E' facile in questa zona d'Italia, farsi notare con i sorrisi, perché in valle non sorridono spesso, vuoi per il loro carattere, per il clima difficile, per loro natura un poco diffidente con gli “stranieri”. Ed in meno tempo di quanto tu possa accorgertene sei stato “scaricato”, sei considerato semplicemente un ”esterno” come amano definire le persone che vivono fuori dalla loro comunità, non una persona, ma un esterno capite, provano più affetto per i loro animali che per le persone, ma più pericoloso perchè hai vissuto anche l'esperienza della comunità, hai tradito il branco, sei a tutti gli effetti un “Fuoriuscito”. Cari capetti occulti se esistono mai dei fuoriusciti, quelli siete voi, ma di cervello però, siete così inutili e stupidi che in situazioni diverse non avreste di che vivere, ed è per questo motivo che tenete l'osso stretto a voi, additando i cattivi al di fuori. Ed anche la coerenza finisce sotto le scarpe, un pelino sotto la spiritualità, se non altro così le suole durano di più. Se aveste prodotto qualcosa di tangibile lo si vedrebbe, ma purtroppo non si vede niente a parte una discutibile presuntuosità e prevaricazione, sotto la bandiera della "spiritualità".
Questi atteggiamenti si chiamano mobbing è una parola inglese che deriva dal verbo “To mob” che significa “allontanare”. Il mobbing è, nell'accezione più comune in Italia, un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, demansionamento, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione, etc.) perpetrati da parte di uno o più individui nei confronti di un altro individuo, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale nonché della salute psicofisica dello stesso. I singoli atteggiamenti molesti (o emulativi) non raggiungono necessariamente la soglia del reato né debbono essere di per sé illegittimi, ma nell'insieme producono danneggiamenti plurioffensivi anche gravi con conseguenze sul patrimonio della vittima, la sua salute, la sua esistenza.
Più in generale, il termine indica i comportamenti violenti che un gruppo (sociale, familiare, animale) rivolge ad un suo membro. E' a tutti gli effetti un reato perseguibile anche dalla legge italiana, ma riguarda per adesso solo il mondo del lavoro, anche per ovvi motivi in quanto, questo atteggiamento è appunto comune in ogni contesto della vita, nei casi in cui le motivazioni di aggregazione si sostengono attraverso la sola idea di utilità personale, poi attorno a ciò, ognuno dipinge il proprio paesaggio, la propria storia, il suo mito, che con il primo acquazzone, si dilava e si ricomincia da capo. Laddove non è presente il concetto di amor proprio, e si seguono le regole del branco, un po' per timore di chi lo guida, con un carattere preminente, un po' per soddisfare le proprie necessità ( vedi piramide di maslow) in un circuito chiuso, le scelte divengono molto simili al sistema di sopravvivenza, in una guerriglia, un minimo errore e sei fuori. Non è una questione di bontà come in un concetto duale o di “morale” ma la rappresentazione di una impotente necessità di raggiungere i propri obbiettivi, adoperando mezzi non idonei. E l'impotenza diviene presto frustrazione, che sfocia in aggressività, non come violenza fisica ma come coercizione psicologica, una aggressività bianca, gentile nei modi, ma definitiva nei fatti, date lettura anche al manuale antistronzi, gratuito su scribd in internet, ci sono cose interessanti. Non si nasconde più il coltello dietro al sorriso, si decide di togliere la parola ad una persona, di demolire la sua dignità, la sua essenza, di non considerarlo od al massimo di considerarlo il tuo peggior nemico. Se questa è nuova socialità, penso che qualcuno dovrà rivedere le proprie strategie, perché il livello è sempre sotto le scarpe appunto. Questo solamente per una divergenza di opinioni, all'interno di un contenitore “spirituale”, pensate se avessero la possibilità di adoperare delle armi.
continua...